CITAZIONE (Ariel71 @ 26/12/2016, 17:18)
Premetto che non so se le decorazioni provengano dai familiari o fossero già entrate nel circuito collezionistico ma questa dispersione mi mette un pò di tristezza.
Dispiace che non siano i musei e le fondazioni a custodire pezzi di storia come questi.
Passi pure per gli oggetti appartenuti a Galeazzo, personaggio scomodo, (sia chiaro che non è il mio pensiero ma quello delle nostre istituzioni) ma almeno quelli del padre Costanzo bene li avrei visti ad esempio al Vittoriale, visto il legame che c'era stato con D'Annunzio.
La Fondazione del Vittoriale è ben presieduta da Giordano Bruno Guerri che l'ha saputa sicuramente rilanciare e i fondi non le mancano.
Ripeto, il mio è forse un pensiero ingenuo perché il mondo, la cultura, gli interessi ecc. vanno nel senso opposto però è la prima cosa che ho pensato guardando il catalogo contenente questi pezzi di storia.
Direi che se tutto finisse nei musei, alla fine per i collezionisti non resterebbe più nulla.
Se i musei volessero acquistare dei cimeli, partecipino alle aste e soprattutto -perché purtroppo è successo- provvedano a pagare quanto dovuto, senza lasciar trascorrere secoli dall'aggiudicazione.
Credo anche che gli eredi di qualche personaggio, abbiano il sacrosanto diritto di vendere i propri cimeli di famiglia come meglio credono: se del caso, lo Stato potrebbe provvedere (e senza farlo con l'intento vessatorio che purtroppo ha spesso dimostrato), a emettere un diritto di prelazione o porre un ragionevole vincolo di tutela.
Vorrei ancora una volta rammentare ciò che disse Hermann von Heyden (personaggio e collezionista dell'800/900 ben noto tutt'oggi, ai collezionisti di decorazioni) ad una persona intervenuta all'asta della sua collezione, che gli disse: "
ma Signor Consigliere, perché non lascia che la sua collezione vada in un museo?" e v. Heyden gli rispose: "
le collezioni devono continuare a vivere nelle collezioni del futuro!".
Tanti sostengono che il collezionista sia una sorta di "temporaneo custode" di uno o più cimeli. Vorrei rammentare che egli ne è pienamente padrone e proprietario, e che ne può disporre come meglio crede.
Per fare un esempio, ho avuto l'onore ed il piacere di esaminare (e farne la scheda di catalogo) la Medaglia d'Argento al Valore Militare tipo Vittorio Amedeo III, che fu proprio della collezione v. Heyden (perfettamente riconoscibile dai dettagli ben visibili nel celebre volume che lo studioso tedesco dedicò alle decorazioni italiane), poi entrata a far parte della celebre collezione Julius, venduta all'asta negli anni '50 dopo uno sfortunato tentativo di vendita negli anni '30; da lì entrata a far parte della collezione Scarpa, indi felicemente approdata in altra collezione privata.
Così come sono felicissimo di essermi aggiudicato alcune belle medaglie austriache che furono della collezione del compianto Prof. Fattovich, pure esse, in molti casi provenienti da celebri collezioni del passato.
Vorrei anche aggiungere che molto spesso i privati collezionisti garantiscono una tutela ed una cura nella salvaguardia dei cimeli storici, che assai di rado è garantita o assicurata dalle pubbliche istituzioni.
E.L.