| | sigla su casco: che significa? | |
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| razzolando sul "notositodaste" mi sono imbattuto in casco con interno kaki; ho contattato il venditore per qualche informazione in più, ci siamo scambiati diverse mail e siamo diventati "amici". in uno dei caschi c'è una sigla sulla parte frontale: BYVO il venditore mi ha chiesto se riuscivo ad identificarne il significato avete un'idea? i caschi sono di questo tipo ] ][/URL][/URL]
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| | Da quello che ho raccolto negli anni si dice che fosse il marchio di una industria olandese di liquori(?) che aveva rilevato uno stock da magazzino di questi caschi per farne dono come Gadget (fonte Rudy D'angelo) oppure che fosse la sigla di una organizzazione umanitaria tedesca che li aveva distribuiti non so in che circostanze...comunque se cerchi in rete trovi queste notizie...così puoi confrontarle e valutarne la consistenza...
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| | Scritta a BYVO a parte, bisogna intendersi su cosa si intende per autentico...se uno colleziona le tipologie di equipaggiamento, si può dire che questi caschi per quanto siano rimasti in magazzino, rispondono alle specifiche e sono nati per equipaggiare le truppe...se invece uno colleziona oggetti storici che abbiano realmente partecipato alle vicende storiche...tutti questi caschi sono di scarso interesse...se su questi caschi si applicano coccarde e fregi...si producono dei falsi...o nella migliore delle ipotesi delle repliche; se queste repliche sono vendute come copricapo autenticamente indossati dalle truppe in AS allora si parla di truffa...
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| | CITAZIONE (64adriano @ 20/12/2016, 16:18) Scritta a BYVO a parte, bisogna intendersi su cosa si intende per autentico...se uno colleziona le tipologie di equipaggiamento, si può dire che questi caschi per quanto siano rimasti in magazzino, rispondono alle specifiche e sono nati per equipaggiare le truppe...se invece uno colleziona oggetti storici che abbiano realmente partecipato alle vicende storiche...tutti questi caschi sono di scarso interesse...se su questi caschi si applicano coccarde e fregi...si producono dei falsi...o nella migliore delle ipotesi delle repliche; se queste repliche sono vendute come copricapo autenticamente indossati dalle truppe in AS allora si parla di truffa... Condivido in pieno! Allora possiamo dire che il 98% di questi caschi venduti in rete, sia nel noto sito d'aste che nei siti di militaria, palesemente rimontati, con prezzi che variano dai 200 ai 300 euro dovrebbero essere lasciati ai loro proprietari.
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| schveik |
| | Il casco con la sigla ignota è stato palesemente indossato, ci sono evidenti tracce di sudore sulla tesa. Un po' strano se si trattasse come detto di un gadget pubblicitario di una ditta di liquori.
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| | I caschi con l'interno kaky sono stati utilizzati durante la Guerra d'Abissinia. E' nota la foto di un soldato che abbraccia una signora anziana e nel farlo mostra l'interno del casco che a detta di "specialisti " di fotografia hanno la stessa tonalita' di colore. Il problema dei caschi con l'interno kaky e' che ne sono usciti tantissimi nel dopoguerra che hanno portato a credere che fossero postbellici. Un altra leggenda metropolitana fa risalire questi caschi all' A.F.I.S. come del resto le famose sahariane che copiano quelle seconda guerra mondiale ma che hanno dei piccoli particolari che le differenziano.Stesso problema per il Casco coloniale Casarini del quale non esistono foto che ne dimostrino l'uso anche se personalmente ne trovai un paio una trentina di anni fa con il fregio dei R. Carabinieri ed un altro con un fregio inglese. Dirigibilista
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| | Non mi sembra che l'intervento di Dirigibilista abbia di molto contraddetto lo stato dell'arte circa questi elmetti...l'unica affermazione sullaquale continuo a non ritenermi d'accordo è quella circa l'uso precoce di questi caschi, le foto in bianco e nero come prova di ciò non mi sembrano sufficientemente risolutive...gli effetti che si producono attraverso la pellicola in B&N e la constatazione che certi caschi con interno verde utilizzavano una tela dalla tonalità pallidissima...lasciano aperta la questione, molto più significativo mi pare il fatto che la maggior parte di quei pochi caschi con interno kaki, ed esterno in tela leggera, che si conoscono montati d'epoca sono riconducibili al fronte AS, questo unitamente alle caratteristiche costruttive: questi caschi, infatti, utilizzano accessori metallici poveri (ganci del soggolo e contro borchia di aerazione sommitale), invece che di ottone come su quelli in tela diagonale ed interno verde, sono di una lega di colore bianco facilmente ossidabile...ciò fa pensare ad uno di quei provvedimenti intrapresi dopo il 1940 per economizzare su metalli utilizzati nella produzione di munizioni, (come l'abolizione degli automatici metallici dalle bustine e della fibbia dal cinturino dell'uniforme della truppa)...il che farebbe pensare ad una produzione più povera destinata nel secondo conflitto al fronte africano... Anche il fatto che i caschi con interno kaki originali sopravvissuti siano molto pochi fa propendere per un loro prevalente utilizzo in AS dove le vicende belliche portarono ad una sistematica dispersione di questi materiali...se fossero stati utilizzati in AOI i superstiti sarebbero molti di più, come capita con quelli ad interno verde, anche se percentualmente fossero stati molti di meno...
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| | Leggo solo ora l'intervento di Adriano e mi rendo conto di aver fatto un errore , volevo scrivere Africa Settentrionale ed invece nella fretta ho scritto Abissinia. La foto dell'abbraccio che sto cercando inutilmente , mi ricordo che l'aveva postata su un vecchio Forum un collezionista che si interessava di materiale dei Vigili del Fuoco ed era riferita ( sempre a memoria ) all'imbarco da Napoli per l'Africa di un soldato . Concordo anche con il fatto che costruttivamente parlando risulti piu' povero e con un sughero di spessore leggermente minore rispetto al " verde". Dirigibilista
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| QUOTE (64adriano @ 20/12/2016, 17:18) Scritta a BYVO a parte, bisogna intendersi su cosa si intende per autentico...se uno colleziona le tipologie di equipaggiamento, si può dire che questi caschi per quanto siano rimasti in magazzino, rispondono alle specifiche e sono nati per equipaggiare le truppe...se invece uno colleziona oggetti storici che abbiano realmente partecipato alle vicende storiche...tutti questi caschi sono di scarso interesse...se su questi caschi si applicano coccarde e fregi...si producono dei falsi...o nella migliore delle ipotesi delle repliche; se queste repliche sono vendute come copricapo autenticamente indossati dalle truppe in AS allora si parla di truffa... Concordo solo parzialmente su quanto detto. Anni fa' mi trovai tra le mani un casco con interno in tela verde, di probabile provenienza da magazzino. Non aveva alcun fregio ed era senza soggolo. Non vissuto ma comunque autentico del periodo. Alcuni personaggi loschi "invecchiano" caschi, elmetti e così via per dare l'apparenza del vissuto. Non io. Ho applicato al mio casco un fregio autentico del periodo, cosa che sarebbe successa se impiegato sul campo. Averlo completato lo rende un falso? Se si, come la mettiamo allora quando uno completa una medaglia con un nastrino autentico? La medaglia diventa un falso? Non credo proprio. Se avessi avuto tra le mani un casco completo di fregio ma non vissuto....diventa una copia? Il casco me lo tengo e fa' bella figura nella mia vetrinetta. Non credo sia alla pari di un fregio applicato a spruzzo su un elmetto perché la metodica, la vernice, il nuovo applicato sul vecchio non hanno paragoni.
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| | non è un falso ma un rimontaggio stessa cosa avviene con una medaglia e il suo nastro ma la collezione delle decorazioni non è come quella uniformologica. Sono pochi i collezionisti di medaglie che inorridiscono nel mettere un nastro ad una medaglia. per le uniformi il discorso è diverso. c'e' chi colleziona il modello e si accontenta del rimontaggio. chi colleziona oggetti che hanno visto e fatto la storia, assolutamente no.
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