CITAZIONE (magnus @ 30/11/2017, 08:55)
CITAZIONE (carpu @ 30/11/2017, 00:37)
Un tempo hanno detto la loro.
L'estetica made in USA degli anni 20,30 e 40 rimane tra le più belle del XX secolo (basti vedere i vecchi film di Hollywood).
A ben vedere anche questa divisa appartiene a quel periodo magico.
Personalmente tutto ciò che adoro dell'America non esiste più da almeno sessant'anni.
Il grande problema degli Americani è una spasmodica ricerca del nuovo,per cui vengono rottamati degli stili validi in cambio anche di schifezze purchè nuove.
Se ne può discutere. Sopra, in un post precedente, non negavo che anche da oltre oceano siano arrivate cose buone.
Probabilmente, finché hanno potuto attingere alla superba capacità sartoriale di designer e manodopera europea che lì emigrava - sfruttando un mercato ricco, vasto, e più libero da incrostazioni, ma al contempo più vicino al nostro (buon) gusto - sono riusciti anche a produrre qualcosa di interessante
Bravissimo,hai toccato un punto centrale.
Ai tempi d'oro della creatività Americana esisteva una sinergia tra Europa e Stati Uniti,ma attenzione esisteva anche in senso contrario.
Gli Americani guardavano con grande interesse al vecchio continente,importavano e rielaboravano stili e modelli culturali.
Questi venivano poi reimportati in Europa ed ulteriormente rielaborati,in uno scambio continuo e fecondo.
Grandi talenti Europei emigravano in America,ma una volta li non rimanevano identici a come erano in Europa,ma si contaminavano e nel nuovo terreno di coltura davano il via a grandi fioriture.
Si pensi ai grandi registi di Hollywood di origine Europea,alla moda,al design.
C'era anche un altro elemento: fino al 1945 il punto di riferimento era alto: ci si ispirava ad una certa cultura Europea,ad un certo mondo, ad uno stile alto.
Dopo la guerra,lentamente si è passati a guardare alle classi medie,ed ancora più in giù,ed il livello si è abbassato.
Semplificando,se negli anni 30 e 40 il modello di riferimento era l'alta società Europea,negli anni 50 era il borghese medio Americano,ed oggi cos'è? il borgataro del Bronx o il graffitaro di Detroit?
I movimenti della fine degli anni 60 hanno dato il colpo di grazia; oggi l'America per come la vedo io è divisa tra un insopportabile e totalitario politically correct di origine sessantottina ed il becerume del Paese profondo.
Eppure basta ascoltare una canzone di Frank Sinatra o mettere sul piatto il DVD di un film del periodo d'oro di Hollywood per farsi trasportare in un mondo meraviglioso che giustamente ha incantato noi Europei.
CITAZIONE
le chiamavamo "americanate".
Non esistono più le Americanate di una volta.
Purtroppo!
CITAZIONE (magnus @ 30/11/2017, 09:50)
Sì, anche una tradizione ha un'origine; più o meno esogena, più o meno endogena. Ma è un fatto corale, che si sedimenta nel tempo. E mai fisso, muta, certo.
Ma, una volta consolidata è nostra, fa parte del nostro modo di essere, con essa veniamo riconosciuti, e in essa ci riconosciamo.
Va solo lasciata a chi viene dopo, nella forma più genuina possibile. Come suggerisce la stessa radice verbale del sostantivo: da tradĕre, tramandare, trasmettere.
E' ovvio che tutto può essere modificato, o cadere in desuetudine, ma sempre in maniera quasi impercettibile, non traumatica. Noi siamo passati, da un giorno all'altro, e non per volontà corale, dal fez al basco con piumetto. Trovo naturale, comprensibile, che le sensibilità si irritino.
Guardate che comunque spesso si sottovaluta l'immensa influenza che la cultura Americana ha avuto in Italia prima della guerra.
Io rimango sempre stupito per il fatto che l'immagine dell'Italia di allora sia modellata sempre sugli ultimi anni del regime fascista,cioè sull'involuzione totalitaria che il fascismo,infettato dalla lebbra nazista ebbe dal 1938-39 in poi.
Il bando ai film Americani è della fine del 1939 (regio decreto-legge del 4 settembre 1938, n. 1389, chiamato "legge Alfieri" ),i fumetti USA vengono banditi nel 1940 (ultimo arrivato,Superman con il nome di "Ciclone"),tutti "eccetto Topolino",adorato dai figli del Duce.
A proposito dei pargoli di Benito,Vittorio Mussolini adorava il cinema Americano,e compì un trionfale viaggio ad Hollywood (qui lo vediamo stringere la mano a Shirley Temple)
E Romano Mussolini amava a tal punto la musica made in USA da essere poi diventato uno dei più grandi Jazzisti Europei,ammirato persino dai colleghi Americani.
( ma troviamo un articolo entusiastico sul Jazz anche a firma di...Roberto Farinacci!)
Fino al 1939 tutta l'Italia impazziva per gli attori Americani,come Clark Gable,William Powell,Fred Astaire,Robert Taylor,Robert Young,Errol Flynn,e per le attrici come Myrna Loy,Carol Lombard,Ginger Rogers,Jean Harlow (a Mussolini piaceva molto Katherine Hepburn),per i romanzi Americani ,per la moda Americana (che era una rielaborazione più colorata di quella Inglese).
Gli snob ed i gagà compravano "Esquire magazine" e bevevano cocktails.
Poi c'erano le reciproche simpatie tra il regime fascista corporativo ed il New Deal di Roosevelt,l'amicizia di grossi calibri del partito come Italo Balbo per personaggi Americani e per il modello di organizzazione del lavoro Americano (Balbo riorganizzò il Ministero dell'Areonautica su quei parametri).
Insomma,prima che il maledetto uomo coi baffetti ed il suo popolo di cupi fanatici venissero ad appestarci con il loro miserabile esempio,esisteva un Italia molto Americaneggiante,pur nelle maglie del regime fascista.
Ovviamente si trattava di un altra America,l'America migliore che oggi non esiste più.