CITAZIONE (rip-stop @ 3/5/2018, 15:13)
Visitai il Museo dell'Artiglieria di Torino qualche decennio fa, quando era ancora ospitato nella prestigiosa e storica sede del Mastio della Cittadella. Senza nulla togliere allo straordinario valore di una simile collezione, è triste sapere che tutto questo materiale giace semplicemente depositato in un capannone che di museale non ha proprio nulla... Chissà quando questo immenso capitale storico verrà opportunamente valorizzato ed esposto in una sede appropriata, finalmente accessibile al grande pubblico. Lo sforzo dei militari e dei volontari è assolutamente encomiabile, ma stiamo parlando di una raccolta come ce ne sono poche altre in Europa (e nel mondo...) che quindi necessiterebbe veramente un intervento e un patrocino "di alto profilo" da parte dello Stato e di sponsor privati, come d'altronde è la norma nei maggiori musei militari dei paesi all'estero.
RIP-STOP
Amico mio, É stato un miracolo che sia stata trovata un'area sufficiente a contenere tutto il materiale che era nel Mastio, a cui si è aggiunta una enorme quantità di materiale proveniente dalle direzioni e collezioni più disparate.
Al termine (che sembra ormai vicino) dei lavori di ristrutturazione e restaurazione del Mastio, questo dovrebbe diventare la sede per le esposizioni tematiche a rotazione dei materiali custoditi, un po' come sta accadendo per l'Egizio.
Certo che se al potere ci fossero un po' meno panciafichisti e più gente sensata, si potrebbe avere un effetto analogo a quello della Venaria Reale, abbandonata e negletta per decenni al punto che nel periodo delle amministrazioni PCI la si voleva radere al suolo per "costruire case per il popolo".
Il capannone delle artiglierie è solo uno dei saloni visitabili ed il più complicato da riformare, quando hai pezzi enormi come i cannoni campali semoventi, trovare una collocazione più...come dire Architettonica, è un problema, sopratutto se i fondi sono piuttosto ristretti. Potremmo immaginare che un PierLuigi Nervi saprebbe trovare una soluzione brillante, ma poi, la domanda è che fine fa questo gioiello? basta pensare alla fine dello Stadio Flaminio e del Palazzo del Lavoro di Torino:Anni di riadattamenti approssimativi, di incuria e infine l’abbandono.
Con buona pace dell'ottimismo di Vacca, siamo ancora all'inizio del Medioevo prossimo Venturo, altro che al Rinascimento. I primi monaci e monasteri erano molto spartani.
Ma hanno conservato tutta la cultura con i loro manoscritti.
É solo un parallelo un po' azzardato, ma se non ci sono sufficienti risorse, cosa possiamo fare di più?
Non abbiamo la mentalità da poter replicare il Museo Imperiale di Armi e Armature di Vienna,
Non ce l'ha chi ci ha governato e chi ci governa.
da buoni Italiani, pur senza disperare e mollare, adattiamoci!