| Buongiorno a tutti.
Voglio parteciparvi al fortuito ritrovamento fatto da un mio amico restauratore nel sottofondo di un comò che si apprestava a restaurare. Questi, visto il tipo di materiale ritrovato, mi ha subito chiamato sicuro di poter recuperare qualche decina di euro.
Il giorno dopo, di buon ora, mi sono presentato nella bottega - in questi casi non bisogna perdere tempo – che era già affollata, tre persone in un buco fanno già folla, non perché sia piccola anzi il locale è abbastanza grande, il problema è che ci sono tanti mobili e oggetti vecchi che sembrerebbe più un rigattiere che un restauratore. Entro nel locale e lo vedo parlare con una coppia di signori attempati, e lui conoscendomi, mi corre incontro con un bustone di quelli di carta bisbigliando: “dammi 50 euro e vattene perché ho un contratto in corso”. Rimango meravigliato, perché di solito quando ha qualcosa che mi interessa contrattiamo sempre davanti ad una tazzina di caffè. Non batto ciglio, e con il bustone già fra le mani, gli passo quanto richiesto sapendo (lui) che se fosse stato un bidone mi sarei appostato fuori della bottega.
La zona dove è ubicata la bottega non è raggiungile in auto se non residente, avevo parcheggiato l’auto a qualche centinaio di metri. Alzo il passo per raggiungerla il più presto possibile e verificare il contenuto del bustone, per essere sincero in tanti anni di conoscenza non mi aveva mai rifilato porcherie.
Apro l’auto, mi siedo e furtivamente infilo la mano nel bustone, e non potendo tirare fuori il contenuto perché il punto è piuttosto affollato, cerco con il tatto di verificare che cosa ci fosse. Sembra un calendario? un quadretto? delle foto? Tiro fuori la prima cosa di piccolo che mi capita. E’ una foto. A colpo d’occhio vedo ritratte alcune persone che mi sembrano cinesi. Ma che ca.. mi ha dato – esclamo – non ha capito che io tratto solo militaria italiana? Mi infoco gli occhiali e noto che fra i cinesi c’è anche un occidentale. Una saetta mi colpisce il cervello. Metto in moto l’auto e corro verso casa come se avessi bisogno di andare in bagno.
Fortunatamente di mattina a casa non c’è mai nessuno, mi precipito nella mia stanza, dove custodisco l’intera collezione, apro il bustone strappandolo come se fosse una camicia facendo saltare non i bottoni ma decine di fotografie. Una di queste si presenta rovesciata, con una calligrafia molto elementare vedo scritto: TIEN TSIN.
Vi è piaciuta la storia?
Fra poco vi farò vedere parte del materiale nella sezione dedicata alla Regia Marina.
BMJ
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