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| Escludendo che non si tratti di un laido rimontaggio, ragionando logicamente le soluzioni non sembrano essere così poi variegate : 1) Si ha una giubba in panno con fodera da truppa e taglio da ufficiale; 2) la consultazione della documentazione dell'epoca fa emergere in maniera distinta il fatto che era facoltà dell'ufficiale il farsi confezionare (a pagamento) il corredo dal sarto del proprio distaccamento, impiegando stoffe fornite dalla dir. Gen. Servizi logistici; 3) è ragionevole ipotizzare che, dovendo farsi fare un'uniforme ex novo, un ufficiale, potendo scegliere e non essendo nelle circolari specificato altrimenti, abbia richiesto al caposarto il taglio della giubba che ha portato fino ad allora; 4) ammettendo che l'ufficiale, in ossequio alle succitate disposizioni, abbia scelto questa opzione ed abbia richiesto il suscritto taglio, il sarto militare a cui è stato commissionato il lavoro ha dovuto provvedere impiegando i soli materiali fornitigli dall'amministrazione; 5) tali materiali erano, evidentemente, solo quelli impiegati nella confezione delle uniformi da truppa; 6) detti materiali venivano forniti alle sartorie di caserma dall'amministrazione che, per ragioni di praticità, plausibilmente, riforniva i distaccamenti, oltre che delle pezze di tessuto "schiette", anche di parti di uniformi già tagliate in classi di taglie, per facilitare le procedure di assemblaggio, riparazione e surrogazione; 7) per semplificarne l'identificazione, esistendo per ogni taglia una serie di sottotaglie, le varie parti venivano timbrate; 8) mi sembra dispersivo il rifornire i sarti delle sole materie prime, avrebbe comportato un rallentamento incredibile di tutte le operazioni di sartoria e rammendo se i colli di riparazione uniformi fossero stati sprovvisti di parti pretagliate;
In sintesi, sempre ammesso che non si tratti di un rimaneggiamento (dato riscontrabile solo dopo un esame diretto) , il tutto sembra risultare sufficientemente coerente.
Dante
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