La produzione di uniformi, modi e impieghi.

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view post Posted on 27/10/2018, 17:08


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Il criterio di ottimizzazione infatti era applicato ai corredi da truppa, gli unici che fino al 1940 venivano trattati con materie prime fornite dall'intendenza; trattandosi di un capo su misura per un ufficiale, occorreva adattarsi
 
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view post Posted on 27/10/2018, 18:35


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Magari il proprietario può esporci la posizione... in fondo è l'unico che la ha materialmente per le mani (avendola inserita in collezione vi avrà ravvisato particolari di rilievo all'atto dell'acquisto), potendo quindi vedere dal vivo tutti i dettagli e le sfumature che anche l'obiettivo più sensibile non riesce a catturare.
Magari le circostanze del reperimento possono aiutare nella formulazione della corretta ( o comunque più plausibile) origine.

Dante
 
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view post Posted on 27/10/2018, 19:31
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Scusa Dante, ma tu una 'vecchia' sarta l'hai mai vista lavorare?
Lo sai che esistevano i cartamodelli divisi per parte di taglio del capo e ognuno aveva le dimensioni per ogni taglia?
Un bravo sarto/a, segnate le varie parti del capo sulla pezza col gesso in maniera da ridurre al minimo lo spreco, a tagliare con le forbici la pezza ci metteva circa 1 ora per una giacca. A chi verrebbe in mente di mettere in moto una 'macchina logistica' che prevedesse il taglio in opificio, la suddivisione dei pezzi per tipo e taglia nel giusto numero per confezionare X capi, l'imballo e la spedizione alle sartorie di reparto.
Poi, perdonami, ma se vuoi insistere sulla fornitura di parti già tagliate, padronissimo, ma non sta in piedi... almeno nell'R:E. degli anni di guerra.
 
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view post Posted on 27/10/2018, 20:46
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Io, si, ho visto lavorare un vecchio (ormai molto vecchio) sarto e (molto più di una) sarta "moderna".
Qui stiamo parlando di uniformi da ufficiale, la truppa aveva un processo molto più pressapochista.
Confermo quanto detto da Dante, si potevano avere i pezzi di panno pretagliati in taglia, che poi venivano assemblati dal sarto di fiducia o dal sarto di caserma.
Questo modo di fare è continuato anche nel dopo guerra per l'abbigliamento civile, venivano spedite le pezze già tagliate che a loro volta venivano assemblate dalla massaia o chi per esse.
Da noi era molto usato, fino a non molto tempo fa, il metodo "sarte artigianali" ossia sarte che ricevevano dalle grandi ditte di confezione pezzi tagliati da assemblare o parzialmente assemblare.
Dove sta il "su misura"? Semplicissimo, si parte da un cartamodello in taglia simile a quella del cliente, una volta tagliata la stoffa (e si taglia SEMPRE più abbondante) e composto il modello viene adeguato alle misure del cliente, spalle, vita, torace, manica, attraverso varie prove dal vivo.
Questo sistema era facilmente utilizzabile anche da un sarto di caserma: bastava prendere i pezzi già tagliati, imbastirli e fare la prova, con le eventuali correzioni.
Risultava quindi più veloce perchè la prima parte (il taglio) era realizzato.... industrialmente...

Un caro saluto
E.

Edited by Edoariete - 27/10/2018, 23:03
 
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view post Posted on 27/10/2018, 20:53


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A chi verrebbe in mente di mettere in moto una 'macchina logistica' che prevedesse il taglio in opificio, la suddivisione dei pezzi per tipo e taglia nel giusto numero per confezionare X capi, l'imballo e la spedizione alle sartorie di reparto.

Al Regio Esercito Italiano.
Mi permetto di suggerire la lettura delle seguenti opere :
1) "istruzione per i servizi di commissariato militare" (4 volumi),Min. della Guerra- Dir. Gen. Servizi Logistici, edizione 1940;
2) F.Botti, " la logistica dell' esercito italiano (1831 - 1981), volume III,USSME, Roma, 1994.

In essi ( nel primo in maniera puntuale ed estesa, nel secondo in maniera leggermente più condensata, ma sicuramente più comprensibile, vi troverà scritto in buona sostanza quanto mi sono permesso di sintetizzare (in maniera estremamente stringata, lo ammetto):
In buona sostanza il cardine della produzione, tanto negli Anni '20 con le precedenti regolamentazioni, quanto negli anni '40) era rappresentato dall' Opificio Militare di Torino, che svolgeva funzioni di studio, analisi, collaudo di tutti gli oggetti di corredo militare.
Era inoltre l'unico organo autorizzato a creare campioni, modelli e "patrons" di oggetti di vestiario da inviare poi sia ai corpi sia alle ditte specializzate civili vincitrici delle gare d'appalto ( a tale proposito consiglio la lettura di "Condizioni generali d'oneri per la confezione e riparazione a tariffa del vestiario e della calzatura dei sottufficiali e della truppa" un libretto edito dalla direzione generale servizi logistici del Ministero della Guerra nel 1938 ).
L'Opificio succitato, non si limitava a studio e collaudo, ma provvedeva anche alla produzione, oltre che di prodotti finiti (specialmente calzature, gambali, zaini), anche di semilavorati di sartoria e calzoleria (ad esempio tomaie di scarpe) e soprattutto i fondamentali modelli,che venivano inviati ai magazzini Centrali (che avevano il compito di eseguire i tagli delle stoffe a macchina) i quali poi distribuivano i vari prodotti di taglio non già confezionati sia ai magazzini VE di corpo d'armata (come scorte da accantonare a disposizione dei corpi ed enti da essi dipendenti) , sia ai capi sarti reggimentali, come materiali per la confezione diretta e scorte costituenti i colli di riparazione.

Dante
 
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view post Posted on 27/10/2018, 21:45
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mmm... io ho sempre dato per scontato che le uniformi da combattimento essendo queste realizzate in apposito panno "da combattimento", venissero sempre prodotte da sarto militare.
per truppa, per graduati e per ufficiali. con o senza timbri interni.
non ho infatti mai visto etichette sartoriali nelle giubbe da combattimento ne etichette unione militare.
a mio parere non venivano confezionate fuori dalla caserma.
 
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view post Posted on 27/10/2018, 21:56


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La circolare del 28 luglio 1940 lasciava libertà agli ufficiali di farsela confezionare anche fuori ( con panno fornito dall' A.M.) .... che poi gli ufficiali trovassero più comodo ( ed economico) servirsi dell'opera del capo-sarto è un'altra questione.

Dante
 
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view post Posted on 27/10/2018, 22:57
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si penso anche io. credo che nella massima parte siano prodotte in caserma. ne ho solo una in cui ho trovato una ricevuta dell'unione militare. ma etichette mai viste.
 
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view post Posted on 27/10/2018, 23:22
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purtroppo nell' archivio del telefono ho solo questa vecchissima immagine, trattasi di una mod. 40 da ufficiale in panno, di una sartoria bergamasca.

E.
 
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view post Posted on 27/10/2018, 23:43
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Una sola perplessità, se le giubbe per gli ufficiali erano prodotte tutte su misura...che motivo c'era di apporre il timbro con la taglia? Il sistema delle taglie è il risultato di una standardizzazione...ma i singoli individui non nascono con una taglia...ognuno ha una sua conformazione, il sarto confeziona il capo a partire dalle misure del cliente sulla base di cartamodelli che varia e modifica non solo seguendo le misure ma anche la configurazione del soggetto, ciò può essere fatto anche a partire, sia ammesso, da dei pre tagliati adattandoli al singolo individuo...al termine di questa operazione...che senso avrebbe apporre un timbro con la taglia?

A me sembra più probabile che, sia pure presso le caserme, le giubbe venissero finite e che casomai (come avveniva anche nel dopo guerra) i sarti di caserma adattavano con dei ritocchi l'uniforme (finita e contraddistinta con un timbro di taglia)alle singole esigenze se necessario...questo, senza contraddire quanto illustrato doviziosamente da Dante, spiegherebbe la presenza di timbri indicanti la taglia su uniformi da ufficiale...
 
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view post Posted on 28/10/2018, 00:03
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be Edoariete, molto rara con l'etichetta. nemmeno quella da generale che ho in collezione la riporta.
tutto detto.
 
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view post Posted on 28/10/2018, 00:16


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CITAZIONE (64adriano @ 28/10/2018, 00:43) 
Una sola perplessità, se le giubbe per gli ufficiali erano prodotte tutte su misura...che motivo c'era di apporre il timbro con la taglia? Il sistema delle taglie è il risultato di una standardizzazione...ma i singoli individui non nascono con una taglia...ognuno ha una sua conformazione, il sarto confeziona il capo a partire dalle misure del cliente sulla base di cartamodelli che varia e modifica non solo seguendo le misure ma anche la configurazione del soggetto, ciò può essere fatto anche a partire, sia ammesso, da dei pre tagliati adattandoli al singolo individuo...al termine di questa operazione...che senso avrebbe apporre un timbro con la taglia?

A me sembra più probabile che, sia pure presso le caserme, le giubbe venissero finite e che casomai (come avveniva anche nel dopo guerra) i sarti di caserma adattavano con dei ritocchi l'uniforme (finita e contraddistinta con un timbro di taglia)alle singole esigenze se necessario...questo, senza contraddire quanto illustrato doviziosamente da Dante, spiegherebbe la presenza di timbri indicanti la taglia su uniformi da ufficiale...

Le giubbe da ufficiali si presentano con l'indicazione della taglia perchè venivano usati prodotti SEMILAVORATI di origine militare.
Detto in parole più semplici : il sarto di caserma utilizzava fodere pretagliate adattandole alle misure della giubba che stava realizzando utilizzando del panno fornito dall' amministrazione militare.
Il sig. Edoariete ha ben spiegato la procedura.

Dante
 
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view post Posted on 28/10/2018, 09:32
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Se fosse così ogni singola parte che compone la fodera (quarti posteriori ed anteriori) sarebbero tutti contraddistinti da un timbro indicante la taglia...altrimenti sarebbe stato ingestibile destreggiarsi tra tutti quei pezzi senza nessuna indicazione e fare in modo che tutto tornasse al suo posto...invece qui vediamo che c'è un solo timbro indicante la taglia (e nel caso uno del centro di lavorazione) apposto come avviene nelle giubbe da truppa che erano distribuite finite.
La procedura descritta da Edo, parla di assemblaggio di parti pre tagliate, non di fodere intere adattate alla giubba in costruzione a partire da una pezza...poi detto questo io non ho letto le pubblicazioni citate ne ho possibilità di farlo, quindi se leggendo tra le pagine di queste, si trova una risposta circostanziata ai dubbi espressi sarei curioso di conoscere i passaggi che risolvono tali perplessità...
 
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view post Posted on 28/10/2018, 09:43


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Se, come accadeva per i "patron" , tutte le parti che componevano un set venivano radunate assieme e ripiegate le une sulle altre per formare un "pacchetto" la cui sola faccia superficiale veniva timbrata, si spiega il come mai in ogni fodera sia presente un solo timbro.

Dante
 
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view post Posted on 28/10/2018, 10:13
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Sarà così...
 
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