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| CITAZIONE (MircoMar @ 24/1/2020, 21:57) CITAZIONE (terzoverbano @ 24/1/2020, 15:16) Per avere diritto al grado di Cavaliere, della Corona d'Italia, questi erano i presupposti: Ai solo ufficiali (qualsiasi grado e categoria) che avessero preso parte alla guerra in corso ed ad un’altra delle altre tre combattute dall’Italia dal 1915 al 1940. Con questi requisiti: -aver compiuto 26 anni; -avere una permanenza di almeno tre mesi presso unità operative, durante la guerra in corso, comprese Africa Orientale, Africa Settentrionale, Isole Egeo oppure, se non aveva questa “permanenza”, poteva avere la concessione l’ufficiale ferito o che avesse meritato una decorazione al valore; -aver ottenuto per una, per la concessione del grado di Cavaliere, o per due, concessione del grado Ufficiale, delle altre guerre combattute dall’Italia, nel periodo 1915-1940, il riconoscimento della campagna; -doveva essere meritevole sotto ogni rapporto della concessione (viene riportato così nel testo).
Quindi guerra in corso (tre mesi almeno) e uno delle altre per il Cavaliere e due per l'Ufficiale. Credevo fosse una cosa più selettiva, praticamente quei requisiti nel 42 erano comuni a moltissimi ufficiali, ci saranno stati cavalieri ovunque tanto da svilire il titolo onorifico. In effetti vista così può sembrare uno svilimento dell'onorificenza. Però il contesto era molto differente da quello della Repubblica italiana. Pensiamo ad esempio al fatto che i militari giuravano fedeltà al re e non allo Statuto albertino. La stessa sciarpa azzurra portata sull'uniforme dagli ufficiali e il grido "Savoia" testimoniavano il legame stretto con la Corona. Inoltre il re era il vero capo delle forze armate, tanto che vestiva l'uniforme ed era a capo della "Casa militare". In questo contesto elargire le onorificenze di Cavaliere o Ufficiale a chi avesse combattuto, seppure per un tempo limitato, era un sistema per legare in modo ancor più stretto i militari al re. Una sorta di moderna "fidelity card"!
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