| | Casco coloniale polo helmet 6º reggimento fanteria. | |
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| | il fregio in lamierino argentato, è precedente il 1933...ma il casco non mi pare di quel periodo, ad occhio direi successivo...
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| | Leggendo il libro uscito di recente di Enzo faraone sui caschi coloniali italiani si parla di un uso di questi caschi a partire dalla fine degli anni ‘20 fino a metà/fine anni ‘30 il che potrebbe spiegare l’utilizzo del fregio in lamierino argentato. Quello su cui non trovo informazioni è il reparto di appartenenza oltre al fatto che l’interno del numero sia di colore verde.
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| | Sul libro di Faraone, che non ho, non dice nulla sull'evoluzione del marchio di questa ditta e degli accessori che ne caratterizzano la datazione? Questo con il fondo in materiale plastico, sottogola (quello che resta) in tela cerata e alluda in tela verniciata...non mi pare uno dei più vecchi...ora non saprei se lo si può collocare prima o dopo il 1933...certo il fregio in argentana, lo collocherebbero prima di quella data... Il numero 6 traforato non è una caratteristica molto comune...di solito era semplicemente incusso...il fatto che poi sia verde, su un fregio di fanteria di linea...mi spiazza...
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| | Indipendentemente da ogni considerazione sul fregio, l'usura e l'invecchiamento di questo casco (ma quanta acqua avrà mai preso?) sono un po' strane, quasi esagerate. In contrasto con le condizioni dell'alluda, pari al nuovo...
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| | Sul libro c’è ne uno della stessa ditta il marchio cambia in alcune cose, non parla dell’evoluzione del marchio, e anche quello sul libro sul fondo è coperto con lo stesso “materiale plastico” purtroppo non si vede l’alluda. Per io fregio boh non saprei io 6º reggimento Aosta era schierato in Sicilia,non so se sul territorio continentale oltre a utilizzare vario materiale coloniale (camiciotto sahariane bustine 42 o 33 verniciati di giallo) siano stati usati anche i caschi coloniali non ho mai visto foto.
Poi come dice ghebert l’alluda è di tutt’altra patina rispetto a il resto del casco. Quella è l’unica cosa che stona
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| | Non dico che non sia d'epoca...mi interrogavo sulla precisa datazione...quello sul libro come è guarnito (si tratta di un casco tipo polo, con esterno, trapunto o altro? Caccarda? Fregio?)...che la ditta fosse attiva fino al nostro ritiro dall'Africa (forse anche dopo?), è noto, ma produceva caschi anche per l'uso civile... Peccato che questo come molti altri in cui il Dottor Faraone interveniva con il nick Portosaid, siano andate perse le immagini...ma certo le sue indicazioni generali restano valide... https://miles.forumcommunity.net/?t=38843732
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| | Quello sul libro è un polo helmet bianco, la forma è simile a quello in mio possesso però senza cupolino d’areazione Eccolo A questo punto speriamo in un intervento di portosaid sull’argomento.
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| | Quello in tuo possesso sembra molto più troncoconico...hai letto le considerazioni di Faraone nella discussione da me segnalata?
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| | Sisi ho letto, però dice anche che nei post bellici l’interno rosso era sostituito da un foglio di carta stampato con motivi floreali o geometrici.
Sulla forma non gli ho dato tanto peso visto la presenza sul libro di caschi praticamente uguali come forma. Non so se la Vito Russo aveva a catalogo diverse “forme” di caschi
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| | Suppongo di sì...e questo visto il tipo di fodera sarà anche dell'epoca (anche perché mipare improbabile una permanenza della ditta Vito Russo dopo il secondo conflitto mondiale...ma potrei anche essere smentito)...e che questo casco ha delle caratteristiche che lo rendono una sorta di ibrido...forse è una produzione tarda...e come spesso accade le caratteristiche che Faraone attribuisce ai caschi Post...non si saranno affermate secondo una spartiacque netto prima/dopo...ma si saranno gradualmente imposte...certo questo a vederlo risulta un po' poverello quasi "autarchico" è male si coniuga con un fregio che ha caratteristiche pre '33...tra l'altro questo fregio è particolare...ha gli spazi tra corona e fucili chiusi e il numero è traforato secondo un uso molto più antico rispetto ai fregi modello 1925 che avevano i numeri incussi... A me il numero traforato ed il verde dietro convincono poco...
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| | É lo stesso dubbio che avevo io perché non ne ho mai visti di simili ne ne ho sentito l’utilizzo. Poi come dici te la forma del casco possiam star qua mesi o anni ma senza una certezza saremo sempre nel dubbio, oltretutto sono ditte che producevano per la maggior parte caschi civili se non sbaglio quindi usando materiali non di primissima qualità o vari fondi di magazzino che non ci danno la certezza del periodo. Stessa storia per il fregio pre ‘33 fondo di magazzino? Sappiamo che nel regio esercito i fondi di magazzino sono stati usati ovunque e in qualunque modo in barba a regolamenti e riforme. A me tutto sommato l’insieme non dispiace. Il problema è solo capire se il 6º è o meno stato in Africa o nelle più lontane delle ipotesi se l’utilizzo di copricapi coloniali in territorio continentale (es. Sardegna/Sicilia) siano mai stati usati
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| | Vedendo solamente le foto, a me non piace e non lo prenderei mai. Invecchiamento pesante ma cuciture intonse e pulite, fascia parasudore e stoffa interna Immacolata Parte inferiore della visiera con aloni e macchie "dubbie" che mi ricorda molto la tecnica di patinatura dei falsi anni 90. Coccarda sbiaditissima dal sole che avrebbe dovuto lasciare l impronta sul retro. Per me è no e non mi serve consultare neanche un libro
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| | Non mi pare l'approccio giusto...tirare in ballo l'utilizzo di rimanenze per giustificare una presenza impropria è sempre rischioso, è un'ipotesi che si può certamente fare...in presenza di altri elementi di dubbio...non chiuderei la questione con quell'argomento...la riforma Baistrocchi fu una profonda rivoluzione ed anche se in fondo è solo una variazione del regolamento del '31...il cambiamento radicale nel taglio delle uniformi, nelle metallerie, nel tipo di distintivi di grado usati...fece si che molto materiale non fosse propriamente riutilizzabile...certo abbiamo visto di tutto, modifiche di ogni tipo...ma questo fregio non è solo argentato, ha anche il numero traforato (secondo un uso ormai desueto, che si conserva solo sui fregi da ufficiale dei bersaglieri), in più di un reggimento che non è stato in africa...con il fondo verde; proprio per questa caratteristica potremo ipotizzare che il 6 indichi qualcos'altro...ma cosa? Io numeri verdi non li ho mai visti...mi auguro che qualcun altro intervenga... Non credo che in Italia, sulle isole, fossero portati caschi coloniali...sahariane forse si, camiciotti coloniali senz'altro...ma caschi in foto non ne ho mai visti...
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| | Non è assolutamente il mio campo, ma mi permetto una considerazione: mi sembra di leggere 4 parole inglesi al centro del marchio impresso nell'esemplare di Luca.91. Se così fosse, ricordo che nel luglio 1923 fu emanato il primo provvedimento atto ad eliminare definitivamente ogni parola straniera dalla parlata italiana.
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