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| | La figura dell'"Attendente" in pratica un "soldato cameriere" a disposizione dell'Ufficiale e della sua eventuale famiglia fu abolita,mi pare,all'inizio degli anni 60 (forse nel 1962 ?). Ma gli Attendenti avevano qualche particolare distintivo di categoria sull'uniforme,o qualche altro tratto che li facesse riconoscere (per esempio un tesserino o simili)? Mi è sempre parso singolare che vi siano in giro così poche immagini di questi servitori-soldati, che ai tempi erano personaggi molto radicati nell'immaginario collettivo (ancora nel 1961 furono protagonisti di un divertente film,"Gli Attendenti",appunto,con Gino Cervi,Vittorio De Sica,Renato Rascel Lelio Luttazzi). Forse la maggior parte delle foto è ( o era) conservata dalle famiglie degli Ufficiali.
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| | Ma c'era un qualche tipo di distintivo?
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| | CITAZIONE (wintergreen @ 25/10/2019, 22:37) Gli attendenti sono stati aboliti dal D.M. 19 novembre 1970 con effetto dal 1° gennaio 1971. Non mi risulta avessero un distintivo, mi sembra fossero chiamati sciacquini. 1970? Sei sicuro,io invece credo che la loro abolizione,per lo meno di fatto,avvenne intorno ai primi anni 60,all'epoca in cui Andreotti era Ministro della Difesa ( e la cosa suscitò strascichi polemici). Forse tra la loro abolizione e la formalizzazione burocratica della stessa passarono alcuni anni,oppure quelli aboliti nel 70 erano una particolare categoria di "attendenti" non ancora colpiti dall'abolizione dei loro coleghi (forse erano adibiti a compiti particolari). Ma il 1970 mi sembra decisamente tardi. CITAZIONE (157° @ 25/10/2019, 22:51) in realtà una parte di essi era ancora prevista in servizio negli anni 90! infatti prima dell'utilizzo ( appropiato il termine!!!) degli obiettori di coscenza decine di soldati facevano da "attendenti" ai ciechi ed invalidi di guerra e per servizio. Un lavoro a volte ingrato e duro se svolto per persone anziane e spesso legate al passato che appunto esigevano "disciplina " come se il tempo si fosse fermato a gli anni 40'. .. "Profumo di donna",grande film,con Gassman ed il povero Alessandro Momo. In effetti pensavo propio a questi casi.
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| | Attendenti e accompagnatori di grandi invalidi sono figure diverse. Questi ultimi sono durati fino a che è durata la leva, e dopo qualche tentativo di sostituirli con i giovani del servizio civile, sono stati sostituiti da un assegno. Comunque sia, l'accompagnatore doveva essere in genere persona "di fiducia" del grande invalido, e quindi, a differenza dell'attendente, era in gran misura "volontario" e sovente conoscente della persona da assistere. Ciò garantiva, a fronte di un servizio così particolare, anche dei vantaggi in termini di sede di servizio e di modalità di assolvimento dell'obbligo di leva. Non credo comunque che si venisse comandati ad un servizio così delicato senza un preciso ed esplicito assenso personale.
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| | Riguardo agli accompagnatori di grandi invalidi confermo quanto scrive Alvise Contarini. Io ne ho conosciuti due che ebbero tale incarico (in epoche diverse), un mio attuale collega di ufficio ed un mio commilitone del CAR. In entrambi i casi i soldati già conoscevano l'invalido di guerra ed erano anzi stati segnalati dallo stesso; tale tipo di incarico non era visto dai due come un servizio umiliante, ma anzi come un vantaggio (vicinanza a casa, flessibilità negli orari di servizio, ecc.)
Tornando agli attendenti, essi avevano solo quell'incarico? In tal caso, una fetta notevole di soldati era permanentemente distolta dalle attività del proprio reparto (facendo due conti, almeno un "piccolo plotone" per ogni battaglione)... o sbaglio?
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| | Il fatto che un ufficiale potesse disporre di un attendente, non credo, significhi che effettivamente fosse costretto a servirsene...chi era sposato o chi aveva delle figlie in casa o avesse già una collaboratrice domestica non è detto che volesse mettersi in casa un soldato che poi praticamente non è detto fosse in grado di assolvere a tutti i compiti che sono necessari per condurre una casa...mi sembra più un istituto relegato alle epoche più remote, per ufficiali celibi, o che volessero disporre di un militare alle proprie dipendenze in funzione di segretario, tutto fare, autista... destinato ai lavori più pesanti o tediosi...
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| | Come ho detto le circostanze della vita sono tante...alcuni avranno scelto l'attendente altri una collaboratrice domestica altri nulla, avendo una moglie disposta a mandare avanti la casa...non si può stabilire un teorema su un fatto come questo... Considerando l'epoca e la mentalità corrente...avere una girandola di ragazzotti che ti circolano per casa, che sono a disposizione solo per qualche mese con l'avvicendarsi degli scaglioni, magari con una o due figlie in "età da marito", e magari anche una moglie che era sempre in casa poteva non far piacere...
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| | Mia opinione personale: comunque parlando in generale trasformare un Soldato italiano in divisa in un domestico gratuito (con tutto il mio rispetto per i "domestici") mi sembra non consono al prestigio della Divisa. Ma come ho detto e' una mia opinione personale
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| | La figura dell'attendente è antica quanto gli eserciti e non è certo tipica dell'esercito italiano. A esso corrispondono "orderly" in inglese e "ordentlich" in tedesco. Lo scopo originario era di liberare l'ufficiale dalle minute incombenze giornaliere, per permettergli di svolgere al meglio la propria funzione. Con l'evoluzione dei costumi e con il progressivo miglioramento dei servizi di caserma (lavanderia, mense, accantonamenti...) l'esigenza ha perso da tempo il proprio significato per cui la figura dell'attendente è ormai pressochè dimenticata.
Non so se fosse una caratteristica "italiana" il considerare l'attendente una specie di privilegio sociale, anzichè una prerogativa volta al miglioramento del servizio; mi permetto di osservare che quanto ci raccontano i filmetti d'epoca va preso con le dovute cautele, e che questo vale anche (se parliamo degli accompagnatori) per film d'autore come "Profumo di donna".
Ricordo di aver sentito dire che comunque non ci fosse un attendente per ogni ufficiale, almeno per quanto riguarda i subalterni; e ricordo di aver anche sentito dire che all'abolizione degli attendenti fu fatto corrispondere un miglioramento del trattamento economico. Se quest'ultimo dato fosse vero, confermerebbe effettivamente che la figura dell'attendente era intesa in modo non corretto e comunque non adeguata ai tempi, per cui l'abolizione era quantomai opportuna.
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