CITAZIONE (Fanteria @ 21/7/2020, 10:15)
Si, sempre dai suoi racconti si evince che abbia lavorato in diversi posti durante la prigionia prima di rientrare in treno fino a Bolzano e successivamente con mezzi di fortuna fino al sud Italia mettendoci alcuni mesi
Allora ho centrato il bersaglio.
In quei tempi era abbastanza comune che l'enorme forza lavoro composta dai prigionieri di guerra optasse nella ricerca di condizioni di sopravvivenza migliori.
I tedeschi e gli stessi prigionieri avevano il comune interesse i primi per il reclutamento di mano d'opera a basso prezzo e i secondi per sopravvivere in condizioni più umane.
Peraltro i militari erano forniti di un documento Arbeitskarte
(carta di lavoro) che li parificava agli operai con i stessi doveri ma anche con gli stessi diritti quali i contributi e lo stipendio.
Poi al termine della guerra quando sono arrivati i liberatori, questi "lavoratori" sono stati censiti e momentaneamente bloccati in attesa di accertamenti sul loro passato.
E qui si spiega il ritardo nel rientro.
Se guardi fra i suoi documenti quasi sicuramente troverai la suindicata carta di lavoro.
P.S. Alcuni di questi lavoratori poi sono ritornati a lavorare in Germania negli stessi posti di lavoro poiché erano altamente apprezzati per le loro capacità.
Tali lavoratori potevano scrivere in piena libertà ai propri familiari a differenza degli I.M.I. la cui corrispondenza era limitata e censurata.