(..) Comunque quanto lavoro di ricerca complimenti.
Grazie Ecco il posto (nei pressi del Casello 10 della ferrovia Savona-Alessandria) dove il treno fu mitragliato in un tratto rettilineo tra due gallerie.
P.S. Una curiosità: a poche centinaia di metri, più o meno nella zona cerchiata in giallo, pochi mesi prima (il 29 marzo del '44) era "planato" un b17 americano (s.n. 297152) dopo essere stato abbandonato dall'equipaggio, colpito dalla contraerea e da caccia ANR (RSI), squadriglia Bonet. Se ne parla nel libro di G. Garello, Centauri su Torino.
Lo stato odierno dei luoghi dice poco, ad esempio i resti del B25 erano in un luogo praticamente impraticabile al momento delle ricerche ma conosciuto all'epoca della caduta come "le fascette" dato che era intensamemte coltivato, con tanto di stradine di accesso che agevolarono il recupero dei relitti. Il Beaufighter invece era caduto in un bosco ben curato, sia ora come allora, come anche Niemand sa bene. Invece le "Spit di Smith" impattò contro il fianco di una montagnola rocciosa, tanto che i rottami via via scivolarono sino al fondo valle. Quindi situazioni ben diverse, alcunje comode, altre quasi impossibili.
Non so se avete sentito parlare di sir Hugh Dowding, dal 1936 ufficiale comandante del RAF Fighter Command durante la "battaglia d'Inghilterra". Fu lui che, fra le altre cose (es. il sistema "Dowding" per la gestione e il controllo della caccia), insistette perchè gli aerei da combattimento, spitfire compresi, avessero corazzature (86 kg.per gli spit!) e parabrezza antiproiettili (e questo mentre i nostri CR 42 andavano alla battaglia di Inghilterra con... un sacchetto di sabbia dietro alla schiena del pilota). A sir Hugh Dowling si attribuisce questa battuta: "Se i gangster di Chicago possono avere i vetri blindati alle loro automobili, non vedo perché non possano averli anche i miei piloti...". E i suoi piloti li ebbero.
Tutta questa introduzione per ..farvi vedere alcuni frammenti dei vetri blindati dello spit BS 530 di Sidney Lee George.
Non so se avete sentito parlare di sir Hugh Dowding, dal 1936 ufficiale comandante del RAF Fighter Command durante la "battaglia d'Inghilterra". Fu lui che, fra le altre cose (es. il sistema "Dowding" per la gestione e il controllo della caccia), insistette perchè gli aerei da combattimento, spitfire compresi, avessero corazzature (86 kg.per gli spit!) e parabrezza antiproiettili (e questo mentre i nostri CR 42 andavano alla battaglia di Inghilterra con... un sacchetto di sabbia dietro alla schiena del pilota). A sir Hugh Dowling si attribuisce questa battuta: "Se i gangster di Chicago possono avere i vetri blindati alle loro automobili, non vedo perché non possano averli anche i miei piloti...". E i suoi piloti li ebbero.
Tutta questa introduzione per ..farvi vedere alcuni frammenti dei vetri blindati dello spit BS 530 di Sidney Lee George.
Eccoli (ovviamente non hanno retto al crash)
Ma anche il Macchi 205 aveva almeno il seggiolino con la schiena blindata non ricordo se lo fosse il vetro anteriore... ricordo il racconto del comandante Vignoli che dalla Sardegna tolse appunto seggiolino e blindatura, il comandante Ferioli si mise al suo posto (non ricordo chi disse che dei due fece la parte del seggiolino e volarono dalla Sardegna a raggiungere l'Aeronautica della RSI, con cui combatterono. Ricordo che il più blindato di tutti fu il Thunderbolt che, se ricordo giusto, aveva il pilota in una specie di "uovo" d'acciaio
Già, ma il Macchi 205 entrò in servizio nell'aprile del 1942, lo spitfire nel 1938.
Lo so....i progettisti (o chi stava loro dietro) erano più indietro delle palle di un bassotto, e si dovevano destreggiare con le specifiche dei ministeri....
L'aereo di Sidney George Lee cadde durante un low level attack, un attacco a bassa quota a un treno. Per capire cosa fossero questi attacchi a ground target, bersagli a terra, (treni, auto, camion, perfino carri agricoli), praticamente un tiro al bersaglio.. un video dal web
Non voglio certo difendere degli assassini che agivano a man salva però chiacchierare con persone che all'epoca impugnavano quelle cloche mi ha fatto riflettere su alcuni aspetti: si doveva ostacolare al massimo ogni produzione sia civile che industriale, disturbare al massimo ogni attività, sia che fosse militare che semplicemente civile, non parliamo poi dei trasporti. Spiegatemi come fosse possibile volando a tre-quattrocento chilometri all'ora ed alla distanza di mille o cinquecento metri capire se un carro che ci si apprestava a colpire portasse materiale militare o contadino, senza contare che anche il semplice fieno poteva nutrire cavalli di soldati. Oppure sempre in quelle condizioni se quel ciclista in fondo alla strada fosse un ragazzino che tornava da scuola od un portaordini. Nel dubbio l'ordine era di sparare. E credo proprio che nessuno avrebbe avuto dubbi: la guerra doveva essere vinta.
Senza contare il fatto che una raffica magari destinata ad un bersaglio alle porte di un centro abitato poteva allungarmi e poteva infilarsi nella finestra di qualche malcapitato...succedeva..
Senza contare il fatto che una raffica magari destinata ad un bersaglio alle porte di un centro abitato poteva allungarsi e poteva infilarsi nella finestra di qualche malcapitato...succedeva..
Il succo è che come allora, ancora oggi non esiste la guerra chirurgica.. .
...Una raffica che si allunga e si infila in una finestra di qualche malcapitato, un carro forse con materiale militare o forse contadino o forse fieno per cavalli di soldati, un ciclista forse ragazzino che esce da scuola o forse un portaordini.. Ma nel dubbio l’ordine era di sparare. Tutto ok. Tutto normale. E' la guerra.... Che sfiga, la guerra. Mi viene in mente uno degli assi della nostra aviazione (RA e ANR), Gorrini, (che di B17 e B 24 ne buttò giù più di uno) che in una famosa intervista ( leggibile per es. qui www.worldwar2.it/intervista-luigi-gorrini.html) disse che cercava sempre di NON sparare alla cabina dove stava il pilota, ma cercava di sparare sull'aero, alla macchina, e non mitragliava chi si buttava col paracadute, e al nemico abbattuto nel deserto buttava la borraccia. Altri Uomini.
(da Quinto non uccidere, dis. di S. Costa, test. di P. Ojetti, in Rivista Aeronautica, Speciale Giovani, n. 4, 2001, p.15: spero non ci siano problemi di copyright)
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