Vado a memoria, ho conosciuti diversi reduci di Russia e quasi tutti mi hanno fornito la stessa versione.
Appena usciti dalla sacca sono rientrati a bordo di tradotte militari transitando per la Germania - Austria giungendo in territorio nazionale dal Brennero.
Appena arrivati, viste le drammatiche condizioni fisiche li hanno praticamente nascosti nel senso che alcuni treni arrivavano alle prime ore del mattino e ben poche autorità erano presenti nell'accoglienza.
Da subito venivano divisi, i feriti leggeri, congelati trasportati in diversi e fra loro lontani ospedale, il resto posto in semi quarantena nelle caserme ubicate in prossimità del confine.
In tale luogo venivano sottoposti a visita, spogliati da tutto e ripeto tutto e naturalmente rivestiti con nuove uniformi, in alcuni casi soprattutto fra le truppe alpine ed artiglieria alpina hanno consegnato uniformi nuove prive di mostrine ma la cosa che ai rimpatriati ha fatto più male è stata la privazione del cappello alpino in alcuni casi sostituito con delle semplici bustine da fanteria peraltro prive di fregio.
La sonora batosta che abbiamo preso nei territori di Russia non era ancora di dominio pubblico e le autorità militari di quel tempo cercavano di tenere nascosto l'infausto esito.
Sono a conoscenza che alcuni rimpatriati sono stati smistati in provincia di Piacenza.
Va da se che anche ad Udine sede di molte caserme militari e di ospedale militare ci fosse un luogo di concentramento.
Se ti interessa quello che è successo prima leggi un pò la storia
https://miles.forumcommunity.net/?t=60292155&st=90, ho personalmente conosciuto alcuni partecipanti.