Lo scopo di questo post è solo quello di richiamare alcune informazioni su questo originale elmetto, le cui caratteristiche, varianti e peculiarità sono diffusamente riportate su vari siti, primo fra tutti
www.world-war-helmets.com dal quale sono tratte alcune delle foto presenti in questa descrizione.
Le altre appartengono ad elmetti della mia collezione.
Inutile quindi perdersi in questa sede in ripetizioni e approfondimenti, più utile forse cercare di fare chiarezza e fornire gli elementi per un riconoscimento immediato dei vari modelli che sulla base del mod.18 si sono succeduti fino all’inizio degli anni ’70, raggiungendo la bella cifra di oltre 600.000 esemplari prodotti.
Alcune preliminari note storiche sono tuttavia necessarie per completare questa scheda descrittiva :
Il progetto dell’elmo mod.1918 è attribuito al Dott. Edward A. Gessler (direttore del Museo Nazionale Svizzero) e a Paul Boesh (scultore), che pare abbiano sviluppato il progetto di un nuovo elmo protettivo per l’esercito basandosi sull’esperienza e sugli studi condotti in quegli anni sia in Germania che negli Stati Uniti.
Mentre è infatti è nota una certa influenza teutonica nelle forme per il nuovo elmo, lo è forse meno quella con alcuni elmi sperimentali che vennero proposti all’US Army e da questi respinti, primo fra tutti il Mod. Sperimentale n.5 con il quale il modello svizzero ha una sorprendente somiglianza
Adottato ufficialmente il 13 Febbraio del 1918, il guscio dell’elmo svizzero mod. 18 è realizzato in acciaio al manganese da 1,15 mm in sole due taglie, A e B.
La prima taglia era adatta a teste di dimensioni inferiori a 58 centimetri, la seconda misura era destinata a teste da 59 cm in su. Il codice della taglia era solitamente sovrapposto al numero di serie di produzione stampato dell'elmo e nelle prime produzioni era stampato all’interno della falda posteriore. Successivamente l’indicazione della taglia venne apposta anche - o solo - all’interno di una delle tre patte dell’imbottitura.
Sul guscio era fissata una imbottitura a cuscinetti – le cui patte sono simili a quelle tedesche del mod.18 – montata su una striscia circolare di robusto tessuto fissato all’elmo non tramite rivetti passanti ma tramite morsetti metallici saldati al guscio (
dettaglio 1).
L’elmo venne dotato di tre modelli successivi di sottogola, il più comune dei quali (con gancio a moschettone) si mantenne poi anche nelle versioni successive.
Due aeratori bombati vennero posizionati sulla parte posteriore dell’elmetto.
Il colore scelto per il nuovo elmetto fu il grigioverde opaco liscio e tale verniciatura si mantenne fino al 1940, costituendo oggi una prima caratteristica identificativa di questi elmetti.
La finitura esterna liscia di colore grigio-verde opaco si rivelò tuttavia un ostacolo in situazioni di occultamento poiché, una volta bagnata, tendeva a diventare piuttosto lucida e a riflettere la luce, rivelando così la posizione di chi lo indossava.
Nel 1940 la maggior parte degli elmetti mod.18 prodotti in precedenza e in dotazione alle truppe da combattimento vennero ritirati e fu loro applicata una vernice antracite scura mescolata con particelle di segatura molto fini per produrre una superficie esterna non riflettente a trama variegata.
Questa finitura si è mantenuta fino alle ultime produzioni ed è stata mutuata anche sugli elmi di nuovo modello introdotti nel 1971 e su quelli di diverso modello (mod.48/62) destinati alle truppe motorizzate e corazzate.
La prima versione dell’elmetto 1918 presentava una visiera più ampia una falda laterale più lunga rispetto alle versioni successive, caratteristica questa che sembra avesse il difetto di limitare la visuale laterale.
Verosimilmente per queste ragioni nel 1940 vennero apportate delle modifiche al guscio e le nuove produzioni presentarono una falda più corta e meno angolata, nonché una nuova imbottitura, simile alla precedente ma con il supporto di sostegno all’elmo non più circolare ma a ferro di cavallo (
dettaglio 2).
Questo “nuovo” elmetto viene denominato
mod.18/40All’inizio degli anni ‘60 nuove modifiche interessano le ultime produzioni di questo longevo elmetto.
La falda laterale viene leggermente ridisegnata e ridotta e si accentua l’angolatura della visiera rispetto ai modelli originari.
Cambia inoltre la forma delle patte dell’imbottitura (uguali a quelle presenti sugli elmetti mod. 48/62) montate sempre su supporto a ferro di cavallo (
dettaglio 3). Resta immutata la tinta grigio antracite scuro del modello precedente.
Questo “nuovo” elmetto viene denominato
mod.18/63Naturalmente moltissimi elmi di prima, seconda e terza generazione vennero ricondizionati – anche più volte – montando all’occorrenza imbottiture di diverso modello, pertanto al di là delle differenze evidenziate negli schemi che riguardano gli elmi non ricondizionati, è possibile oggi riscontrare una gran varietà di assemblaggi ibridi che rendono disagevole il riconoscimento se non si ha un occhio allenato a cogliere le differenze tra i vari elementi costitutivi (forma del guscio e imbottiture).
Oltre al gran numero di elmi esportati in Argentina alla fine degli anni ’30, gli elmi di mod.18 vennero utilizzati dalle varie Polizie Cantonali (mantenendo l’originario colore grigio-verde o adottando nuove livree lisce nei toni del verde, del marrone e del nero), dai Pompieri (rosso o nero) e per compiti di “difesa civile” (giallo), spesso dotati di fregi e scudetti di specialità assenti sui modelli militari.
Sulla falda posteriore interna degli elmi destinati ai corpi di Polizia è stampigliata la lettera P sovrapposta al numero di serie e alla taglia.
Per l’elmo mod.18 e sue varianti vennero previste diverse coperture mimetiche, alcune reversibili altre no.
Copertura mimetica mod. 41 (reversibile con dominanza verde/ocra)
Copertura mimetica mod. 56 (reversibile con dominanza verde/ocra)
Varianti di colore del modello 56
Copertura mimetica mod. 56/61 (non reversibile)
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Fonti :
Wikipedia - Collezione Fante -
www.authorsden.com -
www.world-war-helmets.com.
Edited by Fante - 23/2/2022, 23:04