| |
| | Non strettamente militare ma assolutamente collegato agli eventi militari e all’ immaginario geopolitico (perdonami l’uso del termine a quanto pare “attualissimo”) che hanno caratterizzato i primi decenni del XXI secolo. Trovo a modo suo molto particolare l’etichetta e constatare come già facevo esaminando altri capi provenienti dall’Afghanistan che paradossalmente, in una società industrialmente e produttivamente più arretrata di noi, l’uso di tecniche sartoriali per forza di cose più antiquate possa in realtà assicurare una cura al dettaglio maggiore rispetto a quella “in serie” cui siamo invece abituati.
| | |
| |
|
| |
| | Sicuramente questo capo porta immediatamente a pensare all'Afghanistan ed ai suoi combattenti, la realizzazione è veramente ben fatta e la provenienza (almeno quella finale) è certa, mi resta il dubbio sulla produzione "artigianale" del capo. Mi sembra troppo ben fatto per essere una produzione manuale, però è sicuramente un buon capo di sicuro interesse, almeno per me......
Ciao Elia
| | |
| |
|
| |
| | Forse con il mio richiamo all’artigianalità sono stato troppo definitivo nel definire la produzione di questo e altri capi. Di certo non intendo che sia stato realizzato dalle mani di una vecchina in qualche valle tra le montagne: l’etichetta ne è del resto testimonianza diretta; quello che intendevo sostanzialmente è che comunque, vuoi o non vuoi, le tecniche tessili a livello di produzione “in serie” di un Paese come può essere l’Afghanistan non sono sviluppate come noi immaginiamo le nostre catene, perciò sicuramente coesistono metodi nuovi a metodi che potremmo considerare più “tradizionali”, ma che in realtà sono niente più niente meno che vecchie tecniche mai sostituite: questo, anche facendo un confronto tra i nostri oggetti più o meno antichi, può certe volte paradossalmente darci un materiale prodotto un secolo fa più robusto, curato e resistente di quello prodotto un anno fa che si logora al primo utilizzo… ovviamente, su questo non c’è dubbio, a vantaggio della qualità ma a discapito della necessità di vestire e uniformare quanta più gente possibile (specie per esempio riferendosi al campo militare).
| | |
| |
|
| |
| | Per quel che ho potuto leggere e vedere su forum USA X esempio alcuni modelli di uniformi dell'ANA venivano confezionati in Afghanistan su tessuto fabbricato negli States stesso dicasi x gli scarponi/anfibi quindi una certa capacità manifatturiera e stata esportata ed insegnata agli afghani x poter equipaggiare il proprio esercito proprio come potrebbe essere stato fatto x i famosi cappelli Pakol. Complimenti x il copricapo molto bello nei colori e nella fattura dei ricami.
Saigon70
| | |
| |
|
| |
| | CITAZIONE (gargoyle1970 @ 1/3/2022, 18:07) Per quel che ho potuto leggere e vedere su forum USA X esempio alcuni modelli di uniformi dell'ANA venivano confezionati in Afghanistan su tessuto fabbricato negli States stesso dicasi x gli scarponi/anfibi quindi una certa capacità manifatturiera e stata esportata ed insegnata agli afghani x poter equipaggiare il proprio esercito proprio come potrebbe essere stato fatto x i famosi cappelli Pakol. Complimenti x il copricapo molto bello nei colori e nella fattura dei ricami.
Saigon70 Certo, però i capi dell’ANA non sono esemplari per definire la produzione locale afghana a livello civile.
| | |
| |
|
| 6 replies since 28/2/2022, 13:42 314 views |
| |
| | |