Prima di Ricotti: uniformi sperimentali

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view post Posted on 16/4/2022, 18:25
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Nell'opera di Giorgio Cantelli "Le uniformi del Regio Esercito italiano nel periodo umbertino" viene riprodotta un'uniforme, sperimentata nel 1869, che avrebbe dovuto sostituire - quanto meno per la fanteria - i modelli ereditati dal Risorgimento.
L'immagine - che riproduco qui sotto - può essere trovata anche a questo link, a pagina 32: https://issuu.com/rivista.militare1/docs/l...o_esercito_ital.

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Se adottata, una simile uniforme avrebbe rappresentato una cesura netta con la modellistica in vigore fino allora in Italia e in altri Paesi europei. Il taglio largo e il collo abbassato e ampio sembrano rivolti a una maggiore comodità; molto peculiari la bottoniera (che arriva alla fine delle falde) e la striscia di panno che avrebbe dovuto coprirla, secondo un modello parzialmente ripreso in alcune uniformi sperimentate pochi anni dopo.
Per quanto riguarda i copricapi, l'esperimento sembra lasciare aperte due strade: la conservazione del chepì già in vigore (pur con lieve modifiche); oppure l'adozione di un copricapo che riprende le linee dei quarantotteschi "cappelli alla Ernani". Si tratta di una linea che risulterà vincente negli anni successivi, ma che verrà adottata solo per le truppe alpine (con la penna nera al posto del piumetto "bersaglieresco").
Il semplice numero del reggimento avrebbe dovuto sostituire le mostrine sul colletto.

Sul sito https://myarchiviostoricofotografico.com/2...ia-truppa-1871/ è possibile trovare la foto da cui è stata tratta l'illustrazione di Cantelli.
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Rispetto al disegno, sembrerebbe che l'uniforme del soldato di sinistra abbia una sprone anteriore (con filettatura?), secondo un modello forse ripreso dalle bluse garibaldine.

Come riportato da Cantelli, una tavola di Quinto Cenni mostra come l'esperimento fosse più articolato, includendo anche l'uniforme degli ufficiali.
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In questo caso, i punti di contatto tra gli esperimenti del 1869 e la riforma Ricotti sono più marcati: gli ufficiali indossano infatti una giubba corta a due petti, che anticipa la modellistica successiva. Ritorna però il cappello alla Ernani, di colore nero e con un fregio più elaborato: a prima vista, sembrerebbe un'aquila coronata.
E' interessante notare poi come Cenni abbia "asciugato" le figure, dando alla giubba un taglio molto più aderente al corpo e più tradizionale.

Sul sito che ho menzionato sopra è possibile trovare altre due foto che si riferirebbero a degli esperimenti di poco successivi (1871).
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Nel primo caso, siamo di fronte a una "quasi Ricotti": la differenza principale è rappresentata dalla striscia di panno turchino scuro che copre la bottoniera. E' una particolarità segnalata anche da Cantelli nel suo librone e che rappresenta quasi un punto di contatto tra l'esperimento di due anni prima e i modelli di Ricotti.

La seconda foto invece raffigura qualcosa di veramente anomalo per un'uniforme di fine Ottocento: la giubba è corta, ma a due petti; le falde sembrano ripiegate verso l'interno per lasciar spazio alla giberna del fucile (ma è il modello adottato per il fucile Vetterli?). Stranissimi poi i pantaloni, che sembrano aver inglobato le ghette.
Nel complesso, un insieme poco aggraziato. Se non fosse per la didascalia della foto, avrei avuto molti dubbi nel considerare l'insieme come un'uniforme italiana; e se non fosse per il fucile e la giberna, avrei avuto dei dubbi anche solo a considerarla una divisa militare.

Mi domando se qualcuno qui sul forum ci sappia dire qualcosa di più di questi esperimenti della seconda metà del secolo: che cosa portò a elaborare queste soluzioni? Perché alla fine non furono adottate? L'ultima foto rappresenta effettivamente un'uniforme italiana, anche solo sperimentale?
 
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view post Posted on 17/4/2022, 11:48
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Carissimo Maggiore R., complimenti, questo si che è un bellisssssimo lavoro su un tema difficile, e fatto con puntualità.
Nel mio libro sugli Alpini (ma non so se sia ancora in circolazione, perché come sempre parlavo dell'Africa e quindi è stato "disprezzato" dall'ANA, nonostante il successo ... proprio in Africa) ho parlato dei "pasticci" Ricotti sull'uniforme, anche con qualche foto inedita (o quantomeno poco nota).
E' comunque possibile vedere le pagine (30-35 e seg.) cliccando sul link:

https://ilmiolibro.kataweb.it/libro/storia...ini-in-africa-2
 
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view post Posted on 19/4/2022, 18:30
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Interessantissimo grazie!
Queste uniformi (per la verità bruttine) sembrano trarre ispirazione da un lato da certe tenute risorgimentali e Garibaldine,dall'altro dall'abbigliamento sportivo dell'epoca per la caccia.
 
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view post Posted on 19/4/2022, 18:49
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Hai perfettamente ragione, ma all'epoca il buon Oreste Baratieri (un austriaco tutto d'un pezzo, ma poi garibaldino e poi colonialista ossessionato dalla carriera, ma buon parlatore e intrattenitore) si batteva per creare ovunque nelle valli il tiro a segno e così il dibattito sull'uniforme sfiorava il ridicolo fra quanti volevano uniformi calabro-garibaldine e quelli irrigiditi sul modello prussiano ... ci sono alcuni fascicoletti buffissimi, quanto introvabili.
La conclusione arrivò con le stellette anglo-massoniche e il kepi a doppia visiera, un po' buffo per gli ex-borbonici.
 
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view post Posted on 20/4/2022, 04:06
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Il cappello di foggia borghese (stile cilindro,bombetta o lobbia,o cappellone alla "calabrese",e molto dopo alla Boera) era nell'aria,e non pochi eserciti dell'epoca,almeno fino all'inizio dei primi anni del 900 continuarono a riproporlo,sia pure in forma sperimentale ( gli unici ad adottarlo massicciamente furono gli Americani).
Da noi ebbe il suo momento di gloria con gli Alpini.

Una curiosità:

Il cilindro fu portato dai Vigili Urbani di Milano (in una versione impermeabilizzata) negli anni 70,80 e primi 90 del XIX secolo (da qui forse il nomignolo di "Ghisa" dato ai Vigili,perchè il cappello a tubo rammentava il tubo di una stufa in ghisa).
Fu poi sostituito da un casco ed un uniforme di foggia Britannica.
L'Amministrazione socialista che vinse le elezioni a Milano intorno al 1901,sostituì quella divisa British,con una di foggia Italiana,mettendo sulla testa dei Vigili Meneghini una bombetta.
Dopo pochi anni fu ripristinata una uniforme con casco all'Inglese.

IMG_3503

P.S.

Wiezel,una curiosità, le stellette "massoniche",beh,antica querelle,ma ci può anche stare,visto che la "stella splendente" è effettivamente uno dei simboli della Massoneria (anche se di forma diversa) e visto l'alto tasso di frammassoni nella classe dirigente dell'epoca.
Ma Anglo?
Nel senso che gli Inglesi non hanno mai adoperato stelle di quel tipo nelle loro simbologia ufficiale,e neanche in quella militare dove persino le stellette di grado degli Ufficiali sono "pipes" molto diverse nella foggia dalle nostre stellette.

Edited by carpu - 20/4/2022, 16:58
 
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view post Posted on 20/4/2022, 09:12
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Caro carpu, dieci e lode per i Vigili di Milano e per la "stua de ghisa" ... sono stato per anni il medico "ufficiale" dei Ghisa!
Ora ti faccio un raccontino, ma prima correggo l'"anglo", infatti dovrei riferirmi alla Scozia, alla chiesetta di Sant'Andrea di via XX settembre, accanto al Quirinale, credo di fronte all'entrata della "caserma" delle Guardie Reali.
Bene, quando si discuteva di dare un simbolo alla "accozzaglia" di duri piemontesi, theresiani lombardo-veneti, tortellini emiliani e via-via fino ai "briganti" del sud, non venne fatta alcuna obiezione all'"azzurro Savoia", che anch'io ho avuto l'onore di portare fino a colonnello "vaselina", ma mancava un simbolo!
Ecco, il simbolo venne trovato su un cippo, in quella chiesetta, dove era disegnata una stella a cinque punte "simbolo delle cinque virtù massoniche" ... (dal colonnello Alessandro Gasparinetti, presidente del primo Centro Internazionale di Uniformologia, L'uniforme italiana, Roma, 1961, un signore, un entusiasmante maestro e amico, quando avevo quasi vent'anni).
Mi hai rispolverato dei bei ricordi, grazie.
 
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view post Posted on 20/4/2022, 15:58
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CITAZIONE (Wiezel @ 20/4/2022, 10:12) 
Caro carpu, dieci e lode per i Vigili di Milano e per la "stua de ghisa" ... sono stato per anni il medico "ufficiale" dei Ghisa!

No!!
Meraviglioso!
Sono uno dei pochi ad essere interessato all'uniformologia dei Vigili Urbani,e quella dei "Ghisa" è particolarmente interessante.
Nel forum c'è qualcosa sull'argomento Vigili, qui potrai trovarne un esempio:

https://miles.forumcommunity.net/?t=54436536

Ecco un immagine delle tre uniformi tra otto e novecento,nell'ultima quella con particolare "bombetta" introdotta dall'amministrazione socialista per italianizzare l'uniforme dei Vigili, riforma durata pochissimo.

cvv_0

Dovremmo fare un post sulle divise dei "Ghisa" uno di questi giorni.
 
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view post Posted on 20/4/2022, 18:56
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Carissimo "carpu", non mi occupo dei VV.UU, ma ci ho lavorato molti anni fa (almeno 35-40), quando poi è uscito un numero speciale con anche la storia delle uniformi e ho sostenuto uno "scontro" perché dicevo che anche a Milano, nel fregio del Comune e quindi sul casco; avevano messo il fascio littorio.
Ora sto scrivendo il quinto libro (per un totale di oltre 2000 pagine) sull'Ethiopia, ma da parte etiope (!!!); ci ho passato quasi quindici anni!
Comunque da qualche parte dovrei avere qualche appunto, ma la mia non è una casa, è un ... Ciao, grazie, Wiezel.
 
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view post Posted on 23/4/2022, 16:41
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Bel lavoro di ricerca, complimenti. Purtroppo non posso aggiungere altri riferimenti.

Edited by granatiere1659 - 4/5/2022, 13:39
 
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view post Posted on 28/4/2022, 13:54
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CITAZIONE (carpu @ 19/4/2022, 19:30) 
Interessantissimo grazie!
Queste uniformi (per la verità bruttine) sembrano trarre ispirazione da un lato da certe tenute risorgimentali e Garibaldine,dall'altro dall'abbigliamento sportivo dell'epoca per la caccia.

In questo non differentemente dalle età successive. Anche l'abbigliamento operaio rappresentò una fonte di ispirazione, per esempio per la blusa in dotazione alla Guardia nazionale nei comuni più piccoli.
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(La foto è presa, come le precedenti, dal sito https://myarchiviostoricofotografico.com/).

Quello che forse differenzia il Risorgimento dall'epoca successiva è una maggiore diffusione relativa di uniformi semplici, "rustiche" e votate alla comodità. E' facile immaginare che questa tendenza fosse direttamente proporzionale alla presenza di reparti volontari nati dal basso, costretti a ricorrere a uniformi poco costose e simili agli abiti civili (anche per facilitare la produzione domestica...di mamme e fidanzate).
Ne emerge un aspetto più "americano" e un'estetica davvero diversa da quella a cui siamo abituati e che paradossalmente convisse, anche nei reparti volontari, con uniformi molto più pompose.

PS.
Per curiosità: a metà Ottocento, che foggia aveva l'abbigliamento sportivo?
 
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view post Posted on 28/4/2022, 14:54
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A metà dell'ottocento non esisteva un abbigliamento sportivo vero e propio perchè lo "sport" come concetto era ancora agli albori (prese piede sopratutto dagli anni 70-80 dell'ottocento in poi).

L'ambito sportivo era ricoperto sopratutto dalla caccia,e qui venivano indossati giubboni,giacconi (detti appunto alla cacciatora),mantelle.
Era il regno del velluto,del fustagno,delle lane cotte,con grandi cappelli alla "calabrese" ornati da piume,e sopra gli stivaletti ghette o uose alte,oppure morbidi stivali "alla moschettiera".

Vitor_Manuel_II_em_trajo_de_ca_a
 
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view post Posted on 4/5/2022, 11:58
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Andrei molto piano a definire "pasticci" la riforma Ricotti. In primis perchè fu una "riforma" che modificava del tutto non solo la struttura dell'esercito ancora sabaudo, ma modificò in toto uno stile di uniformi in una nazione con un debito pubblico molto alto, con difficoltà di logistica (si pensi alla natura del nostro territorio e la struttura ferroviaria dell'epoca) nella totale assenza di una organizzazione sartoriale che andava organizzata ecc. Ci vorranno quasi sei anni di continue "aggiustamenti ed adattamenti" per trovare una foggia definitiva (con numeri corretti).
Prego andiamoci piano con le facili affermazioni
 
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view post Posted on 20/8/2022, 19:30
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CITAZIONE (Wiezel @ 19/4/2022, 19:49) 
Hai perfettamente ragione, ma all'epoca il buon Oreste Baratieri (un austriaco tutto d'un pezzo, ma poi garibaldino e poi colonialista ossessionato dalla carriera, ma buon parlatore e intrattenitore) si batteva per creare ovunque nelle valli il tiro a segno e così il dibattito sull'uniforme sfiorava il ridicolo fra quanti volevano uniformi calabro-garibaldine e quelli irrigiditi sul modello prussiano ... ci sono alcuni fascicoletti buffissimi, quanto introvabili.
La conclusione arrivò con le stellette anglo-massoniche e il kepi a doppia visiera, un po' buffo per gli ex-borbonici.

Caro Wiezel, se ne hai qualcuno, pubblicalo pure qui!
 
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