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Desperate Deception (Inganno disperato):
British Covert Operations in the United States, 1939 - 44, di Thomas E. Mahl, Potomac Books, Inc., 1998.
Il libro racconta gli “inganni disperati” (e anche a volte alquanto
dirty) con i quali l’intelligence inglese riuscì a “convincere” l’opinione pubblica statunitense, recalcitrante e isolazionista, ad entrare in guerra contro la Germania.
Il libro “
Rivela l'uso diffuso di gruppi di facciata) agenti e collaboratori - Dettagli su come gli agenti britannici hanno manipolato i dati dei sondaggi e influenzato le campagne elettorali. Era un momento disperato per l'Inghilterra. Di fronte alla crescente prospettiva di una guerra con la Germania nel 1939, il governo britannico organizzò una massiccia campagna politica segreta negli Stati Uniti per indebolire gli isolazionisti, portare l'America in guerra e quindi influenzare la politica di guerra degli Stati Uniti a favore dell'Inghilterra” (dalla recensione in (
www.goodreads.com/book/show/3297626-desperate-deception ).
Influenzare (manipolare?) l’opinione pubblica tramite stampa e media per convincerla ad accettare uno “stato di guerra” che non la riguarda, nonché gli “inconvenienti”, i pericoli e i costi che ne derivano: direi molto attuale.
Ma come si fa a convincere i cittadini di un paese “ democratico” a scegliere di andare a morire a migliaia di km. di distanza da casa loro, a 20 anni da un’altra guerra sanguinosa?
Il libro parte da un’osservazione a mio avviso fondamentale: USA paese democratico, si, ma “
Gli Stati Uniti, scrisse C. Wright Mills The power elite, non erano controllati dalla massa dei cittadini come descritto dalla teoria democratica, ma da una ricca élite protestante anglosassone delle scuole della Ivy League”. E anche in questa fotografia della “democrazia imperfetta”, quindi manipolabile, il libro mi sembra molto attuale.
E guardiamo come avvenne questo “inganno” (tale è il significato del termine “deception”).
L’operazione fu affidata al
British Security Coordination (BSC. Vedi
https://en.wikipedia.org/wiki/British_Security_Co-ordination: leggete la scheda, troverete informazioni interessanti anche di operazioni contro interessi italiani ) e al SOE inglese (
Special Operations Executive. In parole povere, ai Servizi Segreti.
La prima mossa, scrive Mahl, fu infiltrare negli States decine di agenti coperti, i quali poi contattarono giornalisti, editori uomini politici, produttori cinematografici e radiofonici, sceneggiatori e registi trasformandoli, non sempre nel ruolo di agenti inconsapevoli, in altrettanti ”
promotors” dell’interventismo (“stampa mainstream”, diremmo oggi). I metodi ricordati dall’autore erano vari: creazione di emittenti radio, propaganda continua, articoli su giornali e radio, tentativi di delegittimare, isolare e oscurare in qualsiasi modo i principali isolazionisti e chi non “cantasse nel coro”.
Ma il libro di Mahl ricorda anche accese e persistenti campagne di stampa anche nei confronti di membri del Congresso isolazionisti. E poi liste nere di aziende da mettere al bando o ostacolare, tra cui la compagnia aerea italiana LATI che gestiva i collegamenti col Brasile.
Inoltre, secondo quanto leggiamo nel libro, anche metodi più dirty, come il progetto di “
fornire una scorta regolare di ( false)
immagini di atrocità (tedesche),
prodotte in Canada (!)”
per ovviare alla carenza di buone fotografie delle atrocità tedesche”.Ma non solo foto false, anche documenti inventati: dato che “
c'erano poche prove di un complotto tedesco per conquistare l'America Latina ed era difficile eccitare gli americani per la minaccia” ecco la realizzazione di una falsa “
mappa del Sud America e parte dell'America Centrale come Hitler propone di organizzarla”.
E nel libro, giusto a proposito di ingerenze straniere nella politica, non poteva poi mancare un velocissimo cenno alle elezioni italiane del ’48, in cui si parla.. della CIA.
Questo, e molto altro, potrete trovare, se lo desiderate, nella recensione/commento al libro qui
https://uomini-in-guerra.blogspot.com/2022...gence.html#more,
un libro da leggere con un occhio al passato ma con l’altro, ben aperto, rivolto al presente.
Peccato che non sia tradotto in italiano.
saluti
niemand