P39-Q Airacobra (guerra del pacifico)

Bel modello, Elia, molto ben realizzata la inusuale colorazione con un ottimo effetto di lumeggiatura e invecchiamento delle superfici. Ravviso solo qualche imperfezione nella verniciatura dei montanti del tettuccio, ma forse è anche colpa del formato delle immagini che ingrandisce di molto i dettagli (probabilmente nel modello reale appaiono perfetti). Molto ben dettagliati anche gli interni.

A me invece l'Airacobra mi ha sempre attratto come apparecchio. E' vero, come caccia intercettore fu un fallimento, più che altro per la scarsa potenza del propulsore in quota e per problemi di distribuzione dei pesi. Gli inglesi, che ne avevano ordinato un cospicuo numero di esemplari nell'ambito degli accordi "Lend and Lease", lo restituirono al mittente senza troppi complimenti giudicandolo del tutto inadatto al teatro bellico europeo e nettamente inferiore quanto a prestazioni ai propri Spitfire e Hurricane. In realtà durante le prove di volo il prototipo dell'Airacobra aveva dimostrato di possedere brillanti qualità sia quanto a velocità massima, rateo ascensionale e maneggevolezza, ma una volta appesantito dell'armamento e degli equipaggiamenti bellici gli entusiasmi iniziali circa le qualità dell'aereo avevano dovuto subire un brusco ridimensionamento, ciò anche a causa delle mediocri prestazioni del compressore monostadio montato sul propulsore. Fu nelle operazioni d'attacco al suolo e nei combattimenti a bassa quota che l'Airacobra riuscì a dare il meglio di sè: i piloti sovietici, come correttamente ha fatto notare Elia, ne apprezzarono grandemente la robustezza, l'armamento e le qualità di volo, riuscendo a combattere ad armi pari addirittura con i Me-109 e i FW-190 tedeschi nei duelli aerei a bassa quota tipici del fronte russo. Non furono pochi gli assi sovietici che conquistarono la maggior parte delle proprie vittorie a bordo dell'Airacobra. Tale fu il successo dell'aereo presso l'aviazione sovietica che la produzione del suo derivato, il Bell P-63 Kingcobra, fu per buona parte destinata all'URSS.

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Edited by rip-stop - 26/10/2022, 17:07

Ho costruito anch'io un'Airacobra molto tempo fa, un modesto modello in scala 1/72 dell'Academy nella classica livrea Olive Drab/Neutral Grey con le insegne del 350th Fighter Group: questa unità utilizzò i P-39 nel teatro del Mediterraneo sino al gennaio del 1944 prima di passare sui P-47 Thunderbolt. Se non ricordo male, dopo la campagna in Tunisia i P-39 del 350th Fighter Group vennero stanziati in Sardegna compiendo numerose azioni sulle coste tirreniche. Devo dire che pur essendo un kit in piccola scala, e non essendo io modellisticamente un "aeroplanaro", il modello mi era venuto benino...

Ho conosciuto molto tempo fa un ex-pilota che volò sui P-39 dell'aereonautica co-belligerante, macchine di terza o quarta mano recuperate tra quelle abbandonate sugli aeroporti campani dagli americani... Del P-39 lui conservava sostanzialmente un buon ricordo trattandosi di una macchina robusta, bene armata e ben equipaggiata (soprattutto in confronto agli standard dei caccia italiani dell'epoca...), ma avendo l'armamento pesante concentrato a prua il P-39 aveva il vizio di cambiare assetto di volo mano a mano che si consumavano le munizioni poste nei contenitori sul muso, una caratteristica a cui i piloti facevano fatica ad abituarsi. Le macchine acquisite dall'aviazione co-belligerante risultavano inoltre fortemente usurate e furono numerosi gli incidenti di volo causati delle piantate del motore e del cattivo funzionamento del meccanismo di variazione del passo dell'elica. Un'altra accortezza di cui tenere conto era quella di limitare il più possibile i tempi di rullaggio sulla pista, ciò a causa del raffreddamento non ottimale del propulsore che andava rapidamente in surriscaldamento. Dal punto di vista acrobatico il P-39 non era paragonabile agli altri caccia dell'epoca, ma impiegato come "mud fighter", ovvero caccia-bombardiere a bassa quota, sapeva ancora farsi valere.

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Edited by rip-stop - 27/10/2022, 11:33