CITAZIONE (niemand @ 3/1/2023, 20:22)
L'ho scritto: una razione di veri "lavori socialmente utili", magari "a pala e picco" come si diceva una volta.
E ovviamente, pagamento dei danni.
Quanto agli USA non mi pare che abbiano risolto il problema della violenza...
alla proposta di "lavoro redentore", hanno già risposto altri, io la vedo differente, a proposito della
reazione fisica, da parte delle forze dell'ordine.
Io non so scrivere i racconti avvincenti dei ritrovamenti di Valore Militare.
Ma a volte per esprimere un concetto, a causa della parte di DNA che sarà anche meno di 1/512 di sangue orientale che ciascun Livornese si ritrova nel sangue, faccio prima a raccontare una storia che lo descrive.
Nella mia memoria, certi racconti di fantascienza (e di questo non so, se era su uno dei 14 numeri di "Urania Rivista" o su "Oltre il Cielo" - dovrei andare alla Labronica per sfogliarli - ) ce n'è uno che si attaglia:
Credo che si intitolasse "L'Arma perfetta" ed accidenti all'ambiguità con cui si può tradurre il termine "Gun" dalla lingua inglese.
Il succo è questo: Gli scienziati hanno inventato l'arma individuale perfetta:
Per caricarsi basta una mezz'ora di sole, è compatta, maneggevole e silenziosa, emette un raggio che taglia e distrugge tutto ciò che raggiunge, anche a distanze incredibili e prefissabili; è fisicamente indistruttibile, inscalfibile e solida.
Per il collaudo arruolano un celebre esploratore che verrà abbandonato da solo sul continente di un pianeta lontano abitato solo da predatori feroci e una razza erbivora loro preda, entrambi non commestibili dagli umani. Unica risorsa di cibo un piccolo gregge di pecore, capaci di nutrirsi della vegetazione locale.
L'esploratore-cavia verrà recuperato dopo un paio d'anni.
Al momento del recupero, gli incaricati scendono ad opportuna distanza e si avvicinano all'insediamento, trovando un'area di prato sgombra e osservando che i predatori alla vista dei bipedi (gli uomini), fuggivano al galoppo - Arrivano ad uno stazzo dove si trova il gregge e sentono il classico rumore del martello che batte sull'incudine.
le pecore intanto, disturbate dagli uomini si agitano e cessato il martellamento, gli uomini vedono uscire l'esploratore, barbuto e rivestito di pelli con una faretra sulla schiena, avvicinarsi con una leggera zoppìa appoggiandosi ad una Arco Lungo a mò di bastone.
Reciproco riconoscimeno e alla fine la domanda:"Vediamo che sei ben sistemato, e anche che il gregge è ben conservato, i predatori alla vista della nostra pattuglia si sono dati alla fuga, merito dell'arma supponiamo, dicci come è andata."
"Mah devo dire che senza l'arma non avrei potuto cavarmela, ma non per tener lontani i predatori.
Vedete, i predatori sono stupidi quanto feroci, non riconoscono la morte di uno del branco come opera dell'arma, che è silenziosa e li può anche fare a pezzi, semplicemente non arrivano a capire la relazione causa-effetto, e si riproducono in fretta e quantità. Deve esserci un composozione genetica che fa loro massimizzare il numero nel branco.
All'inizio ho rischiato di perdere il gregge e la vita, poi ho capito cosa dovevo fare.
Fortunatamente attorno alle colline c'è molto materiale ferroso. Usando l'arma e l'argilla sono riuscito a farmi un forno, a tagliare dei rami di quelle specie di alberi, costruire la palizzata dello stazzo ma sopratutto costruire questo arco e le frecce con la punta di ferro ad arpione, L'arma non può spaventarli, ma dopo che alcuni di loro hanno cominciato ad andare in giro con le frecce piantate nei fianchi, gridando per il dolore e morire, hanno un sacro terrore quando esco con l'arco e le frecce, sanno che stare da queste parti significa rischiare la pelle.
Sì è vero senza questa, usata come attrezzo da taglio, e ottimo martello non ce l'avrei fatta.