"Il Crepuscolo degli dei": dal Baltico a Berlino, l’ultima battaglia della 11 Panzergrenadier Division Nordland

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view post Posted on 1/5/2023, 16:36
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Fra i molti libri che trattano la II GM, mi hanno particolarmente interessato quelli che descrivono i suoi ultimi mesi, gli strenui combattimenti sui confini orientali e la disperata resistenza delle truppe tedesche, ma anche nordiche e francesi, fra le rovine di Berlino: la “battaglia di Berlino”, quindi.
In genere, però, hanno una caratteristica: sono stati scritti o da autori non tedeschi (spesso dai vincitori) o, se tedeschi, da ufficiali, testimoni importanti si, ma lontani dalla traumatica esperienza dei soldati in trincea. Mancavano cioè proprio le testimonianze di quei soldati che hanno combattuto fino all’ultimo in quell’inferno che era Berlino nell’aprile del 1945.
Il libro di cui voglio parlare è invece una testimonianza di chi ha materialmente combattuto fino all’ultimo giorno, una testimonianza importante, sia per l’autore che per il protagonista. Si tratta, nella versione inglese (non ne ho trovato traduzioni in italiano), di Twilight of the Gods: A Swedish Waffen SS Volunteer's Experiences. (Il Crepuscolo degli dei: l’esperienza di un volontario svedese). L’autore è Erik Gosta Thorolf Hillblad.
Thorolf era svedese. Ebbe esperienze nel Partito Comunista e poi nel Partito Nazionalsocialista svedese. Nel 1941 partì come volontario corrispondente di guerra nella divisione Leibstandarte A. Hitler, partecipando all’operazione Barbarossa. Nel ’44 tornò in Svezia. Dopo la guerra si trasferì in Argentina, morì nel 2012.
Thorolf è l’autore, ma non il protagonista del libro. Raccolse infatti i ricordi di un altro soldato, anche lui vedese, Erich (Jerka) Stig Wallin : anche Wallin si offrì volontario nella 11 Panzergrenadier Division Nordland , composta quasi tutta da svedesi e norvegesi, in un reparto di ricognizione corazzata col grado di Unterscharfuhrer (sergente)
Il libro racconta gli ultimi sei mesi della guerra visti attraverso gli occhi di questo volontario.

Copertinaattura_0

(Precisazione opportuna in questi tempi paranoici: questo post non vuole essere un’esaltazione della guerra o una celebrazione di un’ideologia su cui la storia ha già espresso il suo giudizio, ma solo un invito a non dimenticare cos'è la guerra)

______
Dicembre ’44 - Curlandia
Siamo nel dicembre del ’44, a Bunkas, in Curlandia (ora Lettonia),
Il III Panzerkorps, (11° SS Panzergrenadier Division 'Nordland, e 23a divisione SS Panzergrenadier 'Nederland'), agli ordini del SS Obergruppenführer Felix Steiner, è stato tagliato fuori dalle altre forze tedesche in Curlandia. Il porto di Libau (oggi Liepāja in Lettonia) era di vitale importanza per le forze accerchiate. Dall’ ottobre ‘44 il Panzercorps di Steiner tenne il questo fronte lungo la ferrovia di Preekuln (ora Priekule)- Bunkas; da un lato della ferrovia i soldati tedeschi, dall'altra, l'Armata Rossa.
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(da Th. Goodrich Hellstorm)
Qui combatteva Jerka Wallin. Diamogli la parola.

Fraternizzazione a Natale
Ci sedemmo intorno al tavolo del bunker giocando a carte e ascoltando i saluti radiofonici di Capodanno (’44-45). Potemmo anche sintonizzarci sulla musica di Natale.
Il bunker era stata addobbato, come potevamo, la vigilia di Natale. C'era un albero di Natale, ramoscelli di abete fresco e piccoli oggetti che avevamo ricevuto nei recenti pacchi postali
”: così, bruscamente, con una scena di pace, incomincia la narrazione dell’inferno di Jerka. Ma uno squillo del telefono lo strappa dal dolce tepore del bunker. Era l’ordine di uscire per riconoscere, nella notte, i bersagli da assegnare ai mortai l’indomani.
Jerka aveva alle spalle 3 anni di guerra e 2 di ritirata quasi continua," l'ultima energia fisica e mentale era quasi prosciugata ma la nostra fede nella vittoria finale del potere superiore delle nostre armi era ferma”.
I russi erano lì davanti, a 50 metri; qualcuno suonava un’armonia a bocca. Dalla trincea russa una voce improvvisa: “Compagno, perché sei così malinconico? Le parole arrivarono lentamente, in un tedesco tremendamente stentato, ma in un tono colloquiale”. Dalla trincea tedesca il mitragliere risponde: “Se vieni qui e suoni l'armonica a bocca per noi, non spareremo”. Il soldato russo accetta, si avvicina suonando una musica cosacca. Un mitragliere tedesco si alza e cerca di ballare: in entrambi i casi era le conseguenza della vodka e della Kümmelschnapps distribuite in abbondanza da entrambe le parti per il Capodanno. Arriva il comandante della compagnia, scuote la testa incredulo: “queste cose non dovrebbero succedere fra bolscevichi e Waffen SS”, e si rituffa nel bunker. Sembra quasi ad assistere alla famosa scena di Natale del film Joyeux Noël.
Nella terra di nessuno continua il dialogo tra il bolscevico e le Waffen SS, che mostrano il contenuto dei pacchi natalizi ricevuti. Stupore davanti a… un paio di pantofole ricevute da un mitragliere: “Cosa sono?” Non c'è odio, e il nostro autore non può trattenersi da una considerazione ideologica: “Non avevano mai visto un paio di pantofole. Poveri diavoli! Loro non hanno né i soldi, né la possibilità, di mettere un paio di pantofole nel "paradiso" sovietico di lavoratori e agricoltori”. Il dialogo prosegue, e i russi diventano ironici: ”Hanno chiesto gli indirizzi delle ragazze a Berlino, hanno detto che le avrebbero fatto presto visita, e ci hanno promesso un'esistenza abbastanza accettabile in Siberia”. E come saluto finale: "Hitler presto kaput!"

Il resto, la prossima volta.
Sempre che interessi a qualcuno, altrimenti finiamo qui
(continuo?)


Per saperne di più
https://sv.wikipedia.org/wiki/Thorolf_Hillblad

https://sv.wikipedia.org/wiki/Erik_Wallin_(frivilligsoldat)

https://it.wikipedia.org/wiki/11._SS_Freiw...Nordland%22


((sempre da Twilight of the Gods: A Swedish Waffen SS Volunteer's Experiences. di Erik Gosta Thorolf Hillblad.)

Edited by niemand - 5/5/2023, 17:54
 
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view post Posted on 1/5/2023, 20:07


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Bellissimo, almemo per me
 
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view post Posted on 1/5/2023, 20:10


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Ceeeerto ora è d'obblogo continuare....mica ci puoi lasciare a metà strada :D :D
 
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view post Posted on 1/5/2023, 22:25
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Vai avanti! Interessantissimo
 
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view post Posted on 1/5/2023, 23:38


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Continua, continua… grazie!
Giorgio
 
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view post Posted on 3/5/2023, 14:53
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Il Crepuscolo degli dei- Parte Seconda
Il massacro di Priekule - i Commissari russi


Per una decina di giorni la Compagnia vive un periodo di tranquillità a Priekule, una 40ina di km. da Libau (oggi Liepaja, in Lettonia). Agli 8 mortai in dotazione si uniscono 30 Stuka zu Fuß, una nuova arma a razzo, montata su un semplice telaio di legno appeso all’esterno del semicingolato SdKfz 250/7, con un peso del proiettile di 82 chili e un calibro di 28 cm, sparati elettricamente.
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Poi rincomincia l’inferno: la compagnia cade sotto il fuoco, gli “organi di Stalin”, le katiusce russe : “Per dieci giorni e dieci notti questo massacro a Priekule andò avanti, un mortaio fu colpito in pieno". Poi iniziò l’assalto della fanteria: “Ondate dopo ondate di assalitori si riversarono, ma furono tutti schiacciati. La nostra linea ha tenuto! Nei giorni scorsi avevamo osservato come i commissari politici seguivano gli assalti della fanteria. Dopo diversi giorni di vani attacchi, e con pesanti perdite, i russi furono presi dal panico mentre arrivavano nel terreno aperto. Non appena hanno mostrato segni di panico o fuga, i commissari spararono alle proprie truppe, senza pietà

Esfiltrazione a Stettino: inizia la marcia senza speranza verso Berlino.
Verso il 20 gennaio la Divisione fu tirata fuori dall'inferno di Priekule. L’ex comandante della divisione "Wiking", SS-Obergruppenführer Steiner, a quel tempo comandante del III SS Panzerkorps , riuscì a ricevere l’ordine di abbandonare il "balcone sul Baltico”, che diverrà la tomba delle altre truppe inchiodate lì dagli ordini di Hitler, divisioni che resistettero fino a maggio: la Nordland fu così traghettata oltre il Baltico, a Stettino, in Pomerania. Gli uomini tirano un sospiro di sollievo: finalmente erano ritornati in Germania.
Ma li aspettava la prova più dura, una spaventosa ritirata verso Berlino, fino alla distruzione all’interno della capitale del Reich.

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Pomerania
Sono in Pomerania, nel cuore della bella, antica cultura contadina di questo angolo di Germania, ordinato e pulito, non ancora toccato dalla guerra. Lì possono godere di due meravigliose settimane serene, accolti a braccia aperte dagli abitanti locali: “Abbiamo rispettato il loro modo tranquillo e forte di percorrere il proprio cammino attraverso la vita. Il loro mondo di idee che ha le sue radici in un tempo immemorabile, che ha trovato espressione in ricami, tessuti, mobili e utensili per la casa in stile nordico e bellezza della forma".

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Pochi giorni di pace e tranquillità. Il diario di Erik è quasi una poesia: “Il Sole splendeva forte da un cielo azzurro ogni giorno. L'erba verde lussureggiante stava già germogliando dal terreno fertile. Qua e là macchie colorate di anemoni e altri fiori primaverili, e le rondini volavano via con vertiginosi gorgheggi primaverili. Era meraviglioso sdraiarsi sulla schiena nell'erba fresca, con gli occhi chiusi nel sole, e pensare a tutto tranne che alla guerra”.

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Presto però l'inferno arriverà anche su questa popolazione: la prova che li attenderà sarà terrbile...
____
Nella seconda settimana di Febbraio i Russi arrivano anche lì, con i nuovi carri armati Stalin.
Le truppe tedesche subiscono perdite spaventose, le divisioni sono diventate reggimenti, i reggimenti battaglioni, i battaglioni compagnie, le compagnie plotoni di una decina di uomini.
Erich con 7 uomini e 2 Mg. , sono davanti a tutti, a difendere da soli un tratto di linea : “Sotto la pioggia battente e la notte oscura come la pece nera ci siamo fatti strada a tentoni verso le nostre tre fosse, poveri topini nascosti nei nostri buchi. Il terreno fangoso dentro e intorno alle nostre fosse si è dissolto in una melma che penetrava nei nostri stivali, imbrattando le nostre armi . Nel giro di un paio d'ore le nostre uniformi erano fradice, avevano assorbito tanta acqua che sembravano pesanti come il piombo. Il fango nei nostri stivali faceva un rumore risucchiante (..)
fango
Per tre giorni e tre notti abbiamo dovuto giacere in questi pozzi dimenticati da Dio , aspettando, aspettando, aspettando
”.
Poi arriva l’assalto della fanteria.

**********************

E per ora ci fermiamo qui.
Se poi interessa, magari andiamo avanti..

((sempre da Twilight of the Gods: A Swedish Waffen SS Volunteer's Experiences. di Erik Gosta Thorolf Hillblad.)

Edited by niemand - 5/5/2023, 17:53
 
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view post Posted on 3/5/2023, 16:34


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non vorrai mica fermarti ora.....
 
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view post Posted on 5/5/2023, 16:49
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Il Crepuscolo degli dei - Parte terza

Il duello col cecchino russo
Un cecchino russo si stava avvicinando sul rovescio della posizione tedesca: “ Ha puntato contro di me una raffica del suo mitra. Il piombo fischiò intorno alle mie orecchie. Il duello era iniziato! La distanza era appena venti metri. Ho preso un fucile d'assalto e l'ho aspettato.
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Ci siamo alternati sparandoci a vicenda - testa su, testa giù, su, giù. Finalmente il russo ha fatto un errore. O perché era troppo pigro o per sparare di più in fretta, lasciò che la sua arma rimanesse allo scoperto visibile a me, mentre si abbassava giù per aspettare il mio prossimo scatto. Ho premuto il grilletto e poi sono rimasto col dito sul grilletto. Là! La sua testa era di nuovo alzata dietro la sua arma, e prima che potesse reagire aveva un buco in mezzo agli occhi
”.
Ma anche i compagni di Erich cadono uno dopo l’altro: "Testa giù!" Ho urlato al mio compagno. Troppo tardi! Gebauer sobbalzò all'improvviso all'indietro e sprofondò di lato. L'ho girato verso di me. Lui è stato colpito sotto l'occhio sinistro, il proiettile gli è passato attraverso il collo.
È stato ancora vivo, sangue che cola dalla guancia e dal collo. mi ha abbracciato, i suoi occhi sbiaditi mi guardano disperati. Pregò: "Scrivi a mia madre…” Il suo abbraccio si allentò, le braccia si abbassarono mentre sussurrava “Solo poche righe…” E poi ero solo, così solo e miseramente piccolo nella mia tan
a.”
I russi si avvicinano, Erich balza fuori dal suo buco, una corsa disperata fra il fischiare dei proiettili fino al tuffo finale in una trincea tedesca. Dei sette, era l’unico sopravvissuto.

Mitragliamenti dal cielo -Esodo dei civili
I Russi sul terreno, Russi e Americani in cielo: “venivano tuffandosi dal cielo, e con le loro mitragliatrici solcavano le strade. Questi attacchi non erano solo contro di noi soldati, ma anche contro i contadini nei campi, le loro mogli e figlie, e contro i bambini piccoli che vanno a scuola. Questo ci ha fatto infuriare.”
Era l’inizio del dramma che accompagnerà le colonne dei profughi in fuga verso ovest per tutto il loro viaggio. Inizia quella che sarà una delle pagine più nere della storia della II GM. In seguito all’amputazione territoriale conseguente alla sconfitta, la Germania perderà il 28% dei suoi territori, con il conseguente esodo forzato dei tedeschi dai territori perduti a est: Prussia Orientale, Pomerania, Slesia, Sudeti: quasi 15 milioni di persone. Una vera pulizia etnica, con migliaia di morti, dimenticata dalla storia.
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Fuori sulla strada principale abbiamo incontrato i primi civili in fuga, che venivano con le loro masserizie su carretti a mano e carrelli trainati da cavalli. Ci guardavano con occhi tristi, rossi di stanchezza. Ma ancora ci salutavano, mentre noi passato nei nostri semicingolati. La marcia è proseguita lentamente, perché il numero di profughi è aumentato lungo la strada .(..) . Alcuni aerei da combattimento americani avevano creato questo massacro poco prima.
Nel fosso, una giovane donna sedeva con un fagotto insanguinato tra le braccia. Il sangue scorreva lungo il lato sinistro del suo viso, da un lembo di lei che le pendeva dagli occhi. Ha scosso il bimbo senza vita dentro le sue braccia, con un gemito continuo e monotono, gridando: "Bambino mio, mio (..) Siamo diventati furiosi
”.
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Vossberg, 3 marzo, il Tiger
A Marzo la compagnia raggiunge Vossberg, (attualmente in Polonia). Il villaggio è già occupato dai Russi con una decina di T 34: I tedeschi hanno un tank Tiger (Panzer VI) , il duello è senza storia:
“I proiettili dei T 34 rimbalzavano, come piselli, sulla sua potente armatura. Completamente indifferente, l'equipaggio del Tiger mirava tranquillo. L'entusiasmo dei nostri uomini per questa suprema invulnerabilità non aveva limiti. I lampi di volata sparati in un flusso costante dalla lunga canna. Già le fiamme lambivano lo scafo del più vicino T-34 e in men che non si dica quattro di loro furono messi fuori combattimento. Quattro T-34 in quattro minuti! I restanti carri armati hanno cercato di ritirarsi rapidamente, ma sono stati colpiti”.
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Ma poi arriva il fuoco dell’artiglieria russa: la compagnia di Erich subisce molte perdite, tra cui un suo caro amico.
Poi arrivano i carri russi, gli Stalin. Entrano in azione i mortai tedeschi, con il tiro guidato da osservatori avanzati. Ordini secchi per i mortaisti "20 in meno per Erik, 30 in più per Manfred, 5 a destra per...” I russi sono a 200 metri, non resta che una ritirata precipitosa, sotto il fuoco, in mezzo alle rovine delle case distrutte: gli 8 mortai della compagnia erano rimasti sei.
Il 20 marzo la compagnia è schiacciata sulla riva dell’Oder, a controllo dell’ultimo ponte: di là i russi, dietro ai tedeschi, la Germania: “Una pioggia spietata di fosforo e bombe ad alto potenziale avevano trasformato e distrutto le città. I bellissimi vecchi quartieri, con case a graticcio e timpano, alcune delle quali vecchie di centinaia di anni, erano stati ridotti in macerie. Ogni notte, donne, bambini e anziani indifesi e in preda al panico sono stati uccisi nel calore incandescente della pioggia di fosforo, soffocati dalle tempeste di fuoco”.

Lettera da casa
In quest’inferno Erik riceve una lettera da casa, la prima da un anno. Una ragazza di Stoccolma, una lettera da un altro mondo, con le sue luci, le insegne al neon, la vita pulita e indisturbata: “Il mio sogno ad occhi aperti è andato avanti finché la stanchezza non mi ha sopraffatto, e mi sono addormentato proprio dove ero seduto, sognando ancora la lontana Stoccolma”.

*********************
Per ora ci fermiamo qui.
Poi vedremo se continuare
saluti

(sempre da Twilight of the Gods: A Swedish Waffen SS Volunteer's Experiences. di Erik Gosta Thorolf Hillblad.)

Edited by niemand - 5/5/2023, 18:45
 
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view post Posted on 5/5/2023, 20:18
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La poeticità del racconto non riesce a mascherare l'orrore di una guerra che i tedeschi avevano voluto e ora presentava loro il conto in tutta la sua durezza e drammaticità.
Mi fa sorridere se non altro che ci si lamenti delle deportazioni e pulizia etnica subita in quei territori dalle popolazioni di etnia tedesca.
La narrazione è chiaramente di parte e si vede...
Comunque bella testimonianza di pagine poco conosciute.
Ma va letta cum grano salis
 
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view post Posted on 5/5/2023, 20:25
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avrei qualche dubbio su chi ha voluto davvero la II GM.
Quanto alle "pulizie etniche" ci sono quelle cattive e quelle buone?
 
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view post Posted on 5/5/2023, 20:51
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Assolutamente no. Ma le hanno fatte anche loro. E poi non si possono mica lagnare...
 
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view post Posted on 5/5/2023, 21:10
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Non credo che donne, anziani e bambini che erano li (da generazioni) avessero responsabilita' e colpe.
 
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view post Posted on 5/5/2023, 21:23
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Argomento comune a tutte le guerre e a tutte le deportazioni e pulizie etniche.
Ma vedo che l'argomento sta lentamente scivolando verso la politica e su chi è più buono o più cattivo.
Non deve essere questo lo scopo di questo topic e del forum.
 
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view post Posted on 7/5/2023, 17:38
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CITAZIONE (meino67 @ 5/5/2023, 22:23) 
(..)
Ma vedo che l'argomento sta lentamente scivolando verso la politica e su chi è più buono o più cattivo.
Non deve essere questo lo scopo di questo topic e del forum.

Veramente mi sembra che nel mio post abbia parlato di storia e non di "politica".
E penso che si possa dar spazio anche alla voce dei vinti.

Edited by niemand - 7/5/2023, 18:57
 
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view post Posted on 7/5/2023, 20:54
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Appunto, continuiamo a parlare di storia e non di chi è più cattivo.
 
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