20 giugno 1940: la tragedia del Treno armato 120/2/S

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view post Posted on 19/6/2023, 15:52
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20 giugno 1940: Il Treno Armato 120/2/S viene mandato a cannoneggiare, vicino a XXmiglia, allo scoperto, immobile sui binari, coi suoi cannoni protetti da una leggera blindatura, le cupole corazzate dei forti francesi della Maginot alpina sulle Alpi Marittime. Missione quasi suicida: viene subito inquadrato e sottoposto ad un violento fuoco di controbatteria. Il risultato e' quello che non poteva non essere: treno colpito e semidistrutto. nove morti (tra cui il Comandate) e 14 feriti tra i 96 uomini dell' equipaggio.
E poi, ovviamente, quasi un rito liberatorio, le solite medaglie: 1 oro (alla memoria), 13 argento, 22 bronzo, 55 croci di guerra. Meritatissime dall' equipaggio, che probabilmente fu pero' mandato in una missione senza speranza.

Vedi qui
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giovanni_ingraoattura_0

Edited by niemand - 19/6/2023, 17:16
 
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view post Posted on 20/6/2023, 08:52

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Ennesimo episodio di una campagna, quella contro i francesi sul fronte delle Alpi Occidentali, che si dimostrò fallimentare su tutta linea, conseguendo risultati modestissimi al costo di un numero esagerato di perdite tra le file italiane mettendo così impietosamente in luce gli aspetti legati alla scandalosa impreparazione delle nostre forze armate, la povertà e l'inadeguatezza dei nostri equipaggiamenti, la condotta abborracciata delle operazioni ad opera di comandi che sembravano ignorare anche le più elementari norme di tattica militare. 55 croci di guerra e 36 medaglie al valor militare per nascondere sotto un luccichio di lustrini errori imperdonabili e un inutile spreco di vite umane. Sarebbe stato veramente difficile fare di peggio.

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view post Posted on 20/6/2023, 09:34
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Un certo von Clasewitz nel 1832 (!) scrisse un famoso libro (Vom Kriege) in cui c'e' una frase che gli ufficiali e i politici di allora evidentemente non avevano meditato: " Assalire la Francia risalendo le Alpi e' come voler sollevare un fucile prendendolo dalla baionetta "..
Quello che mi indigna non e' tanto (o solo) che i politici di allora non conoscessero la situazione delle nostre FFAA, quanto il fatto che i nostri generaloni pieni di nastrini e ammenicoli, che per ruolo e stipendio non potevano non conoscerle, siano stati zitti, senza avere il decoro di dare almeno le dimissioni quando certe scelte apparivano chiare: ma tutti tenevano famiglia..
 
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view post Posted on 20/6/2023, 09:58
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CITAZIONE (niemand @ 20/6/2023, 10:34) 
Un certo von Clasewitz nel 1832 (!) scrisse un famoso libro (Vom Kriege) in cui c'e' una frase che gli ufficiali e i politici di allora evidentemente non avevano meditato: " Assalire la Francia risalendo le Alpi e' come voler sollevare un fucile prendendolo dalla baionetta "..
Quello che mi indigna non e' tanto (o solo) che i politici di allora non conoscessero la situazione delle nostre FFAA, quanto il fatto che i nostri generaloni pieni di nastrini e ammenicoli, che per ruolo e stipendio non potevano non conoscerle, siano stati zitti, senza avere il decoro di dare almeno le dimissioni quando certe scelte apparivano chiare: ma tutti tenevano famiglia..

Quello di assalire la Francia, fu un errore ancora peggiore dell'invasione della Grecia.
Per cosa poi? di documenti scritti ne ho visti pochi, ma da un mare di colloqui e conferenze, mi sono fatto la convinzione che, comunque fosse andata, Nizza, Tenda, la valle Roja Briga e Tenda sarebbero state Italiane. Bastava non immischiarsi nello (solito) scontro Franco-Tedesco,, e la lite per l'Alsazia e la Lorena....
 
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Quello di "immischiarsi" in scontri altrui e' un vizietto che non abbiamo ancora perso...
 
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CITAZIONE (niemand @ 20/6/2023, 11:01) 
Quello di "immischiarsi" in scontri altrui e' un vizietto che non abbiamo ancora perso...

Quando ci si imbranca a causa della globalizzazione, si finisce immischiati comunque - ormai essere in un branco è divenuto inevitabile.
"Chi non è contro di me, è con me e segue le mie regole" tertium non datur...
 
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view post Posted on 20/6/2023, 11:13
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tertium (forse) datur, ma bisogna avere le palle: pero' "noi fummo da secoli calpesti e derisi, perche' non siamo popolo, perche' siam divisi"
 
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view post Posted on 20/6/2023, 11:31

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Nel giugno del 1940 Mussolini non poteva più limitarsi a fare da spettatore. La clamorosa vittoria riportata dalle armate tedesche contro la Francia sembrava confermare di fronte al mondo l'invincibilità militare della Germania: Mussolini aveva fretta di partecipare al banchetto per la spartizione delle spoglie ma ancora di più temeva che la neutralità Italiana potesse trasformarsi in codardia agli occhi del potente alleato. La campagna sulle Alpi Occidentali avrebbe dovuto prefigurarsi di fatto come una semplice passeggiata militare: si riteneva che le forze francesi arroccate a difesa della frontiera alpina avrebbero opposto solo una debole resistenza simbolica, rassegnate alla sconfitta e prostrate nel morale dalla catastrofe militare in pieno svolgimento in tutto il resto del Paese. Le cose, com'è noto, andarono ben diversamente. Le fortificazioni francesi d'alta quota, ben munite, bene armate, inserite in un sistema difensivo scaglionato in profondità dotato di osservatori avanzati, sbarramenti anti-carro e campi minati, opposero una fiera ed efficacissima resistenza all'attacco italiano, colpendo a loro volta con le proprie artiglierie i forti italiani di confine (famoso l'episodio della distruzione ad opera del fuoco francese delle batterie del forte Chaberton). Anche lungo il fronte delle Alpi Marittine e lungo la stretta fascia litoranea i risultati ottenuti dall'esercito italiano, nonostante il rapporto di forze a proprio favore, furono modestissimi. Un tentativo di sbarco italiano alle spalle delle linee francese, a Cap Martin, fallì miseramente a causa dell'impreparazione e delle cattive condizioni atmosferiche.
L'armistizio intervenuto tra Francia ed Italia il 24 giugno, dopo quindi poco più di 10 giorni di combattimenti, riuscì a rendere meno evidente il fallimento militare ma oramai nessuno si faceva più illusioni riguardo alle limitatissime capacità organizzative e all'inadeguatezza del nostro apparato militare nell'affrontare gli impegni e le difficoltà di una guerra moderna, specialmente quando tali limiti venivano posti a confronto con le straordinarie imprese belliche compiute dalle armate tedesche nell'arco di 9 mesi dall'inizio del conflitto. Ebbe inizio a quel punto la nostra sudditanza militare nei confronti della Germania, camuffata in modo alquanto maldestro dalla strategia parolaia della "guerra parallela" dalla quale però riuscimmo a trarre solo una serie di nuove umiliazioni, in Africa Settentrionale come in Grecia e in Jugolsavia, e ulteriori sconfitte, come la perdita nel giro di pochi mesi del nostro impero in Africa Orientale.
Per quanto riguarda i guadagni territoriali ottenuti in seguito all'armistizio con la Francia, essi furono tutto sommato piuttosto esigui, anche perché le richieste avanzate dal generale Badoglio ai rappresentati francesi a Villa Incisa furono inaspettatamente concilianti e si limitarono ad aggiustamenti di non grande rilevanza lungo la linea di frontiera (nel complesso l'Italia s'impossessò di circa 832 kmq di territorio metropolitano francese e della città di Mentone, già conquistata dai nostri reparti, rinunciando però a qualsiasi ulteriore rivendicazione nell'area del Mediterraneo o sulle colonie). Pare che Mussolini, nonostante i consueti trionfalismi orchestrati dalla propaganda di regime in merito alla "vittoria" appena conseguita, puntasse in realtà a conservare buoni rapporti con il governo francese nel timore che l'applicazione di clausole di pace eccessivamente punitive potessero causare una sorta di riavvicinamento tra Parigi e Berlino a discapito degli interessi italiani nell'area del Nord-Africa, dove Roma puntava a un mantenimento dello status-quo non disponendo comunque di forze militari assolutamente sufficienti per esercitare il controllo dei territori francesi d'oltremare.
A farne le spese di tutte queste manovre e manovrine di corridoio furono, come sempre, il 632 morti e 2631 feriti (tra i quali oltre 2000 vittime di congelamento) contati tra i militari del Regio Esercito nel corso della campagna.

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Edited by rip-stop - 20/6/2023, 12:59
 
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view post Posted on 20/6/2023, 12:55
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CITAZIONE (niemand @ 20/6/2023, 12:13) 
tertium (forse) datur, ma bisogna avere le palle: pero' "noi fummo da secoli calpesti e derisi, perche' non siamo popolo, perche' siam divisi"

Eh, ormai siamo parte del branco, volenti o nolenti....e non è certamente tra noi il Maschio Alfa...
Ci vorrebbe una Mathilde di Canossa (Mathilde von Tuszien?) - Magari accompagnata dall'unico Gotifredo, quello di Bouillon, capaci di sistemare le cose, ma non è più quel tempo e quell'età
 
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view post Posted on 20/6/2023, 15:34

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CITAZIONE (niemand @ 20/6/2023, 10:34) 
Quello che mi indigna non e' tanto (o solo) che i politici di allora non conoscessero la situazione delle nostre FFAA, quanto il fatto che i nostri generaloni pieni di nastrini e ammenicoli, che per ruolo e stipendio non potevano non conoscerle, siano stati zitti, senza avere il decoro di dare almeno le dimissioni quando certe scelte apparivano chiare: ma tutti tenevano famiglia..

Ai piani alti di Palazzo Venezia tutti, da Mussolini in giù, sapevano esattamente come stavano le cose... Gli "otto milioni di baionette" erano tutto un bluff, uno slogan di regime inventato di sana pianta nel vano tentativo di impressionare gli avversari e di auto-convincere gli italiani di essersi trasformati, dalla sera alla mattina, in un popolo di guerrieri pronto a marciare sulle orme dei propri avi latini. Tutti sapevano, non tutti in realtà tacevano, ma se anche la scrivania del Duce fosse stata sepolta sotto montagne di memorandum e di dimissioni eccellenti, ben poco, a mio parere, sarebbe cambiato, perché la strada verso la guerra era ormai stata tracciata e Mussolini accettava consigli solo dal proprio intuito e da nessun altro.
La campagna sul fronte alpino Occidentale fu da questo punto di vista emblematica delle contraddizioni di un regime che oscillava tra l'attendismo opportunistico e la necessità invece di mostrarsi forti e decisi per non smentire i parossismi bellicistici di cui il fascismo era imbevuto sin dalle sue origini.
Non essendo comunque l'Italia in grado di esercitare il ruolo di grande potenza per una lunga e articolata serie di fattori di ordine storico ed economico, il segreto del successo consisteva nell'ottenere il massimo risultato con il minimo sforzo, ovvero vibrare la zampata fatale che atterrasse la preda scegliendo con attenzione il momento e le circostanze opportune, per poi portarne successivamente in trionfo le esanimi spoglie a riprova dell'audacia e dell'astuzia del predatore. Per condurre un combattimento del genere non servivano nè grandi eserciti, nè armamenti sofisticati: il colpo d'occhio, il gesto risolutore, l'impeto dell'assalto e il balenare della lama della baionetta sarebbero stati più che sufficienti a conseguire la vittoria... Lo spirito avrebbe vinto comunque e dovunque sulla materia.
Fu in gran parte in base a questa specie di leggenda guerriera che il fascismo bene o male, più bene che male, condusse le proprie campagne militari. Poi, certamente, vi era anche la necessità di mostrarsi moderni, al passo dei tempi, passando ad esempio in rassegna le artiglierie perfettamente allineate sul Campo di Marte (ma si trattava in gran parte residuati bellici del precedente conflitto), raddoppiando magicamente il numero delle divisioni (riducendone però i reggimenti), oscurando il cielo con le acrobazie degli aerei da caccia (cosa a cui i nostri antiquati biplani si prestavano per altro benissimo)... Piccoli e innocenti giochi di prestigio, coup de theatre ad uso e consumo della stampa nazionale ed estera, pratiche di auto-ipnosi per cancellare dai recessi della psiche l'atavico complesso di inferiorità che ogni italiano nutre nei confronti dello straniero.
Fu fin troppo facile, per qualche chasseur des alpes, ben asserragliato nel suo fortino di cemento a 2500 metri di quota, smontare con poche granata ben piazzate l'ingenua sicumera del giocatore d'azzardo.

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Edited by rip-stop - 20/6/2023, 17:03
 
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