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Di mio padre, funzionario statale già in ruolo negli anni Trenta, ricordo l'ufficio che fu per un periodo il suo nel dopoguerra, in un palazzo ministeriale edificato durante il Ventennio e interamente arredato con mobili e arredi nello stile modernista che andava di moda allora. Pavimenti in linoleum, pannelli in vetro frangisole, sedie e poltroncine "a S" in alluminio tubolare, nei corridoi perfino sputacchiere in metallo smaltato con tanto di segatura. E ovunque una luce da acquario, esaltata dal colore dominante verde-chiaro di pareti e pavimenti. Ma per venire al dunque, oltre alle suddette sputacchiere mi sono rimasti nel ricordo soprattutto i cartellini metallici che, piegati ad anello e della lunghezza di pochi cm (come nell'esemplare postato da Zaim), cingevano gambe di sedie, fusti di lampade da scrivania e tanti altri pezzi di mobilio ancora. Recavano inciso ognuno il numero d'inventario dell'oggetto cui erano attaccati (ciò che avveniva mediante uno spago annodato e fuoruscente da due forellini praticati sull'anello -non ricordo se ci fosse anche un sigillo di piombo). Che anche questo di Zaim fosse il contrassegno d'inventario delle parti e oggetti mobili di una Regia Nave ? Foch Dear Foch, Ti ringrazio per il contributo, ma ho due oservazioni da fare. Il mio pezzo e troppo grande e massicio per essere un numero d'inventario. Ed in piu, non reca nessun numero, ma solo il nome della nave. Saluti, Zaim |