Posts written by WW2

Seguo con interesse e con un pizzico di apprensione lo sviluppo di questa discussione. Il motivo é semplice: possiedo da anni un grande lotto di franchigie di un soldato siciliano, inquadrato proprio nella Brigata Sesia. Per molto, molto tempo ho cercato di seguire il più possibile gli spostamenti della Brigata con ricerche, testimonianze e libri… tutto per cercare di reperire sempre maggiori informazioni sui luoghi e le battaglie che il nostro può aver visto. In particolare, tra le varie date e i nomi di tante località, il binomio Candelù - Giugno 1918 costituisce il fulcro di tutta la questione.





Questa franchigia del 9 Giugno 1918, probabilmente, é l’ultima delle tante spedite ininterrottamente alla mamma. In concomitanza con l’inizio della grande offensiva austriaca, il nostro risulta, al 15 Giugno, disperso.

Rip, devi scusarmi, avevo completamente perso la tua provvidenziale risposta alla domanda. Devo dire che qui, con gli elementi apportati alla giusta direzione indicata da Frontiera, sono finalmente più vicino alla verità. Verità intesa nel senso che almeno ho capito in primo luogo da “quale” maschera io abbia estratto il modello di pacchetto presentato, ovvero da una del tipo progettato come fornitura “civile”. La sacca trovata in casa della famiglia, con tutti i componenti precisamente elencati da te, é infatti proprio quella a cui riporta il link che mi hai condiviso. Tutto era assolutamente identico, compreso il foglietto di carta con le specifiche di produzione. Allora direi che un elemento ora é più chiaro: la maschera era “civile”, e sicuramente il pacchetto medico pensato per questo utilizzo. Appurato ciò, per destare ogni dubbio circa il fatto che questi fossero differenti dai modelli militari, sarebbe utile fare un paragone con un pacchetto estratto, invece, da una M59.

Potrebbe essere però, la butto lì senza pretesa di dire il vero, un effetto dell’ossidazione e dalla ruggine che hanno ricoperto tutta la superficie? Magari si crea uno spessore in più che smorza un po’ l’angolo invece più evidente sugli esemplari ancora in ottime condizioni come quello della foto mostrata.

Edited by WW2 - 21/9/2023, 14:49

A cosa ti riferisci esattamente con “scalino”? Quello che corre lungo tutta la circonferenza? Se sì, é assente perché prerogativa dei soli modelli M15 francesi, non della versione italiana.

Direi i resti di un Adrian M16 italiano… aspettiamo conferme. Sempre meravigliosi questi ritrovamenti, aldilà delle loro condizioni finali!

Non so se sto procedendo nella giusta direzione, ma in rete ho trovato una foto di un pacchetto yugoslavo, sempre del 1981.
Magari certe differenze riguardavano aspetti legati ai diversi stabilimenti produttori, ma questo riporta a differenza del mio la specifica dicitura “JUGOSLOVENSKA NARODNA ARMIJA”, quindi un uso militare per la JNA accertato.



Forse, nel caso del mio, si tratta a questo punto di una dotazione civile.

Frontiera, grazie mille per il tuo intervento e per la spiegazione. Effettivamente mi hai fatto fare mente locale su due aspetti: la prima é che non tutte le maschere che ho visto presentano la dicitura MC-1, quindi occorre fare distinzione tra uso militare e civile di cui solo queste ultime, appunto, presentano la suddetta dicitura; il secondo aspetto é proprio che la maschera trovata in casa dei parenti é stata distribuita, a detta loro, a tutte le famiglie della zona e qui abbiamo la conferma del suo uso civile. Dentro la sacca, aldilà del pacchetto mostrato, c’era proprio tutto quanto hai elencato. Mi pento di non aver fatto foto almeno all’insieme o alla custodia, ma si trattava di una dotazione primi anni 80. Sarebbe a questo punto untile comparare questo pacchetto con uno specificatamente militare delle stesso periodo, per scoprire se i due modelli fossero identici o se invece si tratti nel mio caso di una versione destinata esclusivamente al mondo civile. Ho dei limiti linguistici che mi impediscono di capire bene le indicazioni stampigliate.

Cavolo Adriano, ora che mi fai fare mente locale, ti do ragione. I distintivi PNF che a memoria ricordo di aver visto con lo spillo lungo, sono solo quelli ovali.

Ti ringrazio Adriano… penso che, seguendo questa direzione, possa essere così anche per i distintivi ufficiali OND.

Durante il recente soggiorno in Serbia presso i parenti della mia ragazza, rovistando tra gli scatoloni in soffitta mi é stata fatta notare una maschera antigas MC1 nella sua custodia. Non volendo lasciarmi andare, nonostante stessi già morendo dalla voglia, al tentativo di portarla con me in Italia per aggiungerla alla raccolta, ho tuttavia deciso di prendere a titolo simbolico una delle componenti che accompagnavano la maschera, ovvero questo pacchetto di medicazione individuale, con tanto di anno di produzione 1981. Ora vi chiedo, questo genere di pacchetti, erano specifici del kit presente nelle maschere antigas o di base é un normale pacchetto individuale in dotazione a tutte le forze armate yugoslave del periodo?
Aldilà delle considerazioni legate al collezionismo, che gran paradosso vedere lo stabilimento produttivo di questo esemplare… Sarajevo. Nel 1981 ancora convivevano le varie realtà riunite sotto un’unica bandiera… e in Serbia forse non sembrava ancora per nulla strano che qualcosa potesse venire da quella città che presto sarebbe passata agli onori delle cronache.

Grazie mille ad entrambi, ad Adriano per il giustissimo richiamo al fatto che non tutti gli abiti maschili, in base al contesto e all’utilizzo, avessero modo di supportare distintivi con occhiello, e a Radagast per la splendida panopolia di questi distintivi mostrati con i loro vari attacchi. É stato giustamente ipotizzato l’aspetto “cravatta” per dare una giustificazione ai pezzi con la “spilla lunga” ed effettivamente facendoci caso in questi giorni le varie inserzioni sul mercato con questa particolarità riportano spesso l’indicazione all’uso su “cravatta”. Non sarà un’indicazione ufficiale… ma almeno é sintomatica di un sapere più o meno diffuso in questo senso.


Questo non lo sapevo. Io ne volevo uno ad occhiello, e prima di acquistarlo ho dovuto selezionare tra le varie offerte che il web in questi giorni presentava: molte davvero a basso prezzo… da me escluse a priori proprio perché… a spilla! Avrò forse peccato di approssimazione?



Ultimissima domanda, che in realtà vale anche per gli altri distintivi PNF ( mi riferisco in particolare alle classiche “cimici” da iscritto al partito): aldilà della tipologia di attacco, le loro dimensioni erano tutte uguali?

Grazie mille per la risposta Radagast, sono contento di aver avuto indicazioni in merito se non altro per confermare, non avevo trovato notizie, le mie intuizioni.
Volendo approfondire il discorso “spilla lunga”, potrebbe darsi (oltre alla giusta ipotesi per un uso da cravatta) che fosse destinato ad un uso su cappotto?
Una curiosità ancora, cosa intendi per versione a “smalto nero”?

Nessuno nessuno?

Riporto in auge questa discussione perché ho visto, specialmente negli ultimi interventi, che stava nascendo un interessante discorso relativamente ai distintivi regolamentari della OND. Volevo chiedervi, visto il mio recente intento di acquistarne uno, qualche delucidazione. In vendita e quindi nelle varie collezioni se ne trovano con diverse tipologie di attacco posteriore, dall’ occhiello alla spilla fino alla (non saprei come definirlo) lunga “asticella” metallica. Ora vi chiedo: queste differenze, sono legate a semplici differenze dovute alla produzione o si tratta, come avviene per le “cimici” del PNF, di un diverso utilizzo uomo/donna?

La Grande Guerra ha una letteratura storiografica, diaristica e memorialistica pressoché infinita, considerando che la ricerca non si ferma e che tantissimi nuovi volumi sono nati in occasione del centenario. Se ho inteso quel che desideri, per restare ovviamente nel solo campo del conflitto in territorio italiano, ti consiglieri di iniziare con dei volumi che trattino l’argomento a carattere generale, senza soffermarsi eccessivamente su un singolo periodo o una singola battaglia. Mi sentirei di consigliarti come prima cosa questi volumi, non perché siano migliori di altri, ma semplicemente perché hanno lasciato in me un buon ricordo e una buona curiosità nel continuare ad interessarmi all’argomento andando poi a “perdermi” nei vari temi specifici.

-Antonio Gibelli: La Grande Guerra degli italiani 1915-1918
-Mario Isnenghi: La Grande Guerra
-Mario Silvestri: “Isonzo 1917” e la sua ideologica continua “Caporetto”

Ci sono, poi, decine di autori stranieri che hanno fatto davvero una buona analisi sul conflitto 15-18. Vedrai che basta iniziare.