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CITAZIONE (pik as @ 18/5/2021, 09:46) Ciao a tutti! La considerazione di WW2 è assolutamente condivisibile, la stessa che ci ha portati a volte ad affrontare tematiche conosciute ai più. Il problema è che ciò che è stato correttamente indicato come ricambio generazionale, è spesso più dedito al web invece che alla carta stampata. Purtroppo dobbiamo confrontarci sempre di più con l'oracolo telematico, e il più delle volte - soprattutto per ciò che concerne le nuove leve - perdiamo lo scontro. La carta, che per quelli della mia generazione (e per quella di molti utenti del forum, credo) ha un valore insostituibile, non gode di altrettanta stima nei giovani, che gli preferiscono l'immediatezza della rete. Tuttavia credo dovrebbero far loro il vecchio adagio secondo cui il verbo (così come il web!) "volant" e la rivista "manent". Sicuramente però, mentre le stesse informazioni che si trovavano su internet 100 anni prima saranno scomparse, ciò che è stato invece stampato sarà sempre lì e, a meno di una conservazione inappropriata, sempre disponibile alla consultazione. Ergo: lunga vita al cartaceo! CITAZIONE (kanister @ 17/5/2021, 12:14) Io gradirei invece una precisazione circa i marchi applicati alle armi. Cosa si intende per "preda bellica"? Non mi risulta che sulle armi catturate e riutilizzate pari pari sia mai stato apposto alcun WaA (a meno che non venissero riarsenalizzate dopo una riparazione). Discorso diverso invece per le armi prodotte ex novo nelle fabbriche occupate, queste si soggette a verifica e marchiatura, come pure le armi acquistate dall'estero ( ad esempio vedasi il WaA251 apposto sulle armi acquistate dalla Spagna e su quelle prodotte in Francia). Ciao G, ecco la risposta dell'autore dell'articolo a cui fai riferimento: "Ciò è indubbiamente esatto, tuttavia vi furono delle eccezioni (poche, in effetti) con delle armi catturate al nemico all’inizio del conflitto. Armi che corrispondevano alle medesime caratteristiche tecniche di quelle già impiegate dalla Wehrmacht, ma fabbricate nelle nazioni invase. Queste poche armi, di produzione danese, olandese e polacca… vado così a memoria, che furono per lo più distribuite ai reparti di presidio della Kriegsmarine Luftwaffe, vennero verificate e marcate con il WaffenAmt dell’Ispettore dello stabilimento che si interressò del controllo." mi piace molto la considerazione, non solo perchè sono anche io un uomo "dell'altro secolo" di noi vecchi c tendenzialmente più abituati a sfogliare che a cliccare, che la l'autorevolezza della carta vince l'immediatezza del web, ... proprio per questo le riviste debbono essere della massima qualità negli articoli perchè vanno soprattutto a un pubblico che ha "già visto" o "gia letto" e gli piace approfondire. In astinenza o nostalgia dei vecchi Diana o Tac Armi o ogni tanto provo a comprare qualche riviste di fucili, domenica ne ho preso una di cui risparmio il nome, penosa! e non parlo ovviamente delle novità dove è facile recensiere, si copiano le presentazioni del costruttore (spesso inserzionista) e via ma sulle armi da collezione o non più in produzione o sai di cosa scrivi, o almeno copi bene dai vecchi grandi maestri (o libri!) o è meglio che lasci perdere... poi piuttosto la settimana enigmistica, invece una bella copertina come l'altro ieri e ci ricasco. invece come scrivevo molto interessante l'argomento sui waffenamt: come ha perfettamente scritto Kanister di norme sulle armi catturate e riutilizzate non apponevano i waffenamt (erano tantissime, i tedeschi hanno armato intere divisioni, anche di prima linea per esempio le unità di "volontari" russi, le divisioni di sicurezza (op polizia) con fucili russi, italiani o francesi o quello che avevano...., le armi catturate azioni mauser e calibro 8x57JS andavano preferibilmente a reparti operativi, mentre gli arsenali in grado di produrre kar98 (ex polacchi, belgi, jugoslavi mentre i cechi erano già Germania dal 1938) allora si che apponevano sui nuovi mauser i waffenamt....
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