Posts written by ghirghi

view post Posted: 23/10/2021, 23:08 Lo Sten - secondo Carlo Mazzantini - LE FORMAZIONI PARTIGIANE
CITAZIONE (cap.med.cpl. @ 23/10/2021, 11:51) 
Ritorno su questo argomento in ritardo . Anni fa ne parlai con Ghirghi chiedendogli un parere su quanto dichiarato da Giorgio Bocca su un suo libro , ovvero che lo sten era buono solo a far rumore. Ghirghi anche allora si espresse a favore del mitra inglese.

Una curiosità se mi legge. Probabilmente i partigiani hanno avuto fra le mani sia lo Sten che il catturato MAB . Quest'ultimo era veramente in confronto così buono ?

Sì, Capitano Med. Ci sono, leggo sempre, anche se intervengo ormai raramente.
La Liguria e le Langhe erano territori di prevalente influenza inglese. Infatti, la maggior parte delle armi automatiche fornite con lancio aereo era costituita da STEN e dal mitragliatore BREN. Raramente in Liguria, qualcosa di più ai Piemontesi, è pervenuto di americano.
E’ vero, l’arma automatica era ambita prevalentemente come segno di prestigio, non solo da parte di noi semplici partigiani ma anche da parte dei Comandanti. A loro erano riservate le armi più rare, lo dimostrano le molte fotografie in circolazione.
Detto con franchezza, lo STEN era l’arma più idonea per il tipo di guerriglia partigiana, che si avvaleva prevalentemente del classico “mordi e fuggi”. La “guerra di posizione” non ha mai giovato alla guerriglia. Ogni volta che una formazione partigiana ha resistito su posizioni statiche, è finita male. (Val Casotto ne è testimonianza).
Le preferenze, al primo posto la rara mascinenpistol, seguita dallo Sten e in terza posizione dal nostro MAB. Tutto il resto aveva scarsissima entità.
Delle tre, il nostro mitra era sicuramente quello più pregiato sia dal punto di vista tecnico che della precisione. Consentiva tiri mirati a distanze superiori. Richiedeva, però, maggiore cura che non sempre era possibile.
view post Posted: 2/10/2021, 21:03 Lo Sten - secondo Carlo Mazzantini - LE FORMAZIONI PARTIGIANE
Dice bene Kanister: sì, ci sono, anche se non partecipo. Non partecipo perché non ho argomenti. Non sono un collezionista, l’ho sempre dichiarato, ma ho sempre ammirato le vostre collezioni. Ho seguito con grande attenzione alcuni di voi, che stimo moltissimo. Non ho più argomenti di discussione, perché sono un disilluso. Ero un giovane partigiano, volontario nel pieno senso della parola, perché non avevo obblighi di leva. Mi ero impegnato. Il tempo è trascorso e ora, con mio grande disappunto, mi ritrovo quotidianamente a chiedermi. “gian, per cosa abbiamo combattuto, per chi lo abbiamo fatto”. No, veramente non era questa la società che ci aspettavamo, quando cercavamo di immaginarci quale sarebbe stata l’Italia liberata dal fascismo.

Sono stato e sono ancora un estimatore dello STEN, anche se il mio sogno era di riuscire a catturare una maschinenpistole. Possederla era una questione di prestigio, proprio perché l’arma catturata restava in dotazione a chi l’aveva presa.
Avevo lo STEN in dotazione ed ero giunto al punto che “acquistavo”, clandestinamente, da amici partigiani piemontesi, le 9 mm per sparare senza dover giustificare i colpi che avevo in dotazione.
Farina sbagliava. Per esperienza personale, posso assicurare che a cinquanta metri, se sparavi con attenzione, aveva una rosata più che soddisfacente. Non a distanze superiori, perché non era arma prevista per obiettivi lunghi, Era perfetta per la breve distanza, per la sorpresa, per l’attacco in locali chiusi. Non richiedeva particolari manutenzioni, semplice da pulire in casi d’imbrattamento occasionale.
Inesatta l’informazione che fosse un’arma delicata sparando tenendo la mano sul caricatore. Non ho mai visto nessuno sparare con la mano sinistra sul manicotto di raffreddamento. Tutti con la mano che impugnava il caricatore. Mai nessuna arma si è inceppata per difetti del caricatore. Ho visto invece in un paio di casi, non riuscire a fermare la raffica, perché la massa battente non arretrava a sufficienza per agganciare la leva di arresto. Il difetto non era nell’arma ma nelle munizioni con carica debole. Per noi non era facile trovare il 9 lungo, quindi nei caricatori mettevamo tutto quello che riuscivamo a trovare e alcuni tipi erano piuttosto deboli.
Kanister è ingiusto quando ci taccia di profittatori che aspettavamo la manna dal cielo. Non era proprio così, tanto è vero che alle formazioni partigiane garibaldine, chiaramente di sinistra, i lanci aerei sono giunti soltanto negli ultimi mesi di guerra. Nel periodo precedente l’arma più comune era erano i 91 ricuperati l’otto settembre. Purtroppo noi non avevamo possibilità di rifornirci delle munizioni relative che poco a poco vennero a mancare. Fortunatamente giunsero in Italia, nell’estate del 44, le divisioni italiane addestrate in Germania. Fu una pacchia perché l’arma più comune divenne il K98.
Da noi, pensare di costruire in proprio qualcosa che rassomigliasse a uno STEN, era impensabile. In nessuna azienda del savonese, esisteva un’officina che fosse attrezzata per simili realizzazioni. Al massimo riuscivamo a far costruire qualche caricatore o qualche semplice pezzo per riparare un’arma.
L’unico tentativo che avevamo fatto, era stato quello di costruire un silenziatore per pistola, fallito perché non eravamo riusciti a realizzare un attacco che funzionasse. Sparavi un colpo e si staccava.
view post Posted: 9/12/2020, 20:14 Giacca partigiani? - LE FORMAZIONI PARTIGIANE
Quel capo di vestiario non ha nulla che possa qualificarlo come “partigiano”. Con tutto ciò, nessuno può escludere che qualche partigiano lo abbia veramente indossato.
Lo stesso triangolo in panno rosso, che rappresentava il tipico grado in uso presso le Brigate Garibaldi, non ha nulla che possa garantirlo come appartenente a quella blusa. Non è cucito sul taschino sinistro e non ha nessuna delle stelle che ne definiscono il valore del grado. Una stella = Capo squadra, Due Stelle = Comandante di distaccamento, tre stelle = Comandante di brigata.
Non esistevano divise. Nessuna regola le imponeva. Dipendeva molto anche dalle condizioni di pericolosità della zona in cui si operava. Nessuno esibiva insegne di grado. Non era consigliabile, in caso di cattura da parte dei nazifascisti, qualificarsi come “capo”.
Alle Brigate della I^ Divisione Garibaldina “Gin Bevilacqua”, operante nella 2^ zona ligure, i gradi ci furono consegnati dopo la sfilata del I maggio.
view post Posted: 11/11/2020, 16:28 Le radio del magg. Johnston - LE FORMAZIONI PARTIGIANE
La 2^ Brigata Mario Sambolino nasce da un gruppo di appartenenti al precedente “Distaccamento Sambolino” già della 6^ Brigata Nino Bixio, operante sull’altipiano di Montenotte fino al 16 novembre 1944, quando in seguito al grande rastrellamento compiuto in zona, è stata costretta a trasferirsi prima della zona di Osiglia e poi a Castelnuovo di Ceva.
Soltanto uno sparuto gruppo (denominato gruppo VI B) era rimasto a presidio della zona, in attesa di ordini.
Rimpinguatosi di nuovi elementi, il quattordici febbraio 1945 giunge la comunicazione da parte del Comando Operativo di Sottozona Savona:
“Diamo comunicazione ufficiale che si è costituita la 2^ Brigata d’Assalto Garibaldi Mario Sambolino, la quale per la sua dislocazione fuori della zona del Comando Divisione, è posta alle dipendenze tattiche, militari e logistiche di questo Comando Operativo.”
view post Posted: 3/11/2020, 13:37 Le radio del magg. Johnston - LE FORMAZIONI PARTIGIANE
Kanister, io ti conoscevo come dottore commercialista, non come avvocato! :D
Non avevo mai sentito dire che i “missionari” avessero l’abitudine di celare le apparecchiature radio in occasione dei loro spostamenti. Posso capirlo nel caso di un attacco, ma non nel corso di una lunga trasferta.
Se le cose fossero come affermi, Johnston avrebbe iniziato a separarsene soltanto in occasione del viaggio del 14 aprile, quando si recò all’incontro con Wigoda, Comandante della Divisione Bevilacqua.
Strano, perché esattamente una settimana prima, il 7 aprile, interruppe il viaggio che lo avrebbe portato al colloquio programmato per il giorno dopo con Wigoda, decidendo di rientrare immediatamente a Ponzone, proprio perché aveva perso la ricetrasmittente a causa di quell’imprevisto scontro a fuoco.
view post Posted: 31/10/2020, 16:12 Le radio del magg. Johnston - LE FORMAZIONI PARTIGIANE
No, daiiiiiii!

Io, tu, noi …tutti …uscendo da casa, puoi dimenticare il telefonino, Capita ogni giorno e, al più, questa dimenticanza t’impedirà di chiamare casa l’ora prefissata per dire: butta la pasta che arrivo.
Una “MISSIONE MILITARE” operativa in pieno territorio nemico, con tutti i rischi che deve affrontare, non può permettersi il lusso di dimenticare non soltanto la radio ma anche il suo operatore.
La mia interpretazione, logicamente, è ben diversa.
Il Capo missione, nel programmare il trasferimento che lo avrebbe condotto al colloquio con Wigoda, avrà sicuramente considerato che la presenza di Everitt, senza la sua radio, era del tutto superflua.
Non saprei proprio spiegarmi per quale ragione Johnston, abbia ritenuto non necessaria la radio, in occasione di un trasferimento a lunga percorrenza e della durata di alcuni giorni.
Non posso immaginare una missione che si muove in zona di guerra, senza la radio.
Perché l’aveva portata la settimana prima e vi rinuncia, sulla stessa percorrenza, la settimana dopo?
Per me la risposta è una sola: perché l’unica radio a disposizione era andata perduta.

PS. A proposito della radio persa, posso garantire che l’avevamo cercata con tutta l’attenzione possibile. Avevamo trovato la carabina M1, ma della radio nessuna traccia. La mia conclusione è stata che con tutta probabilità, quell’apparecchiatura sia finita nelle acque del Letimbro e che, con la prima piena, sia finita in mare.
view post Posted: 31/10/2020, 13:50 Le radio del magg. Johnston - LE FORMAZIONI PARTIGIANE
CITAZIONE (niemand @ 30/10/2020, 15:11) 
CITAZIONE (kanister @ 30/10/2020, 15:08) 
(..)
Si, ne avevamo già trattato anni fa in quanto a Ghirghi non piaceva la valutazione di Johnston circa la Sambolino.

Andrò a rileggermi la relazione

Bella idea! Ho riletto anch’io la relazione Martino e cosa ti trovo? La conferma che Johnston il 14 aprile “NON AVEVA” la ricetrasmittente.

Pag.33 - Secondo incontro con la Brigata Sambolino.
14/15 Aprile – Il Maggiore Johnston partì per San Bartolomeo senza Everitt e l’apparato ricetrasmittente.

Pag. 35 – Incontro con Divisione “Bevilacqua”
16/17 aprile … Johnston promise che non appena sarebbe tornato al suo set ricetrasmittente, avrebbe trasmesso le sue richieste alla Base.

Johnston non aveva nessuna ricetrasmittente, nemmeno a Ponzone. Altrimenti l’avrebbe portata con sé. L’unica ricetrasmittente a sua disposizione era andata persa nello scontro a fuoco del sette aprile. Com’è possibile credere che un reparto che deve mantenere i contatti radio con una base situata dall’altra parte del fronte di guerra, inizi un trasferimento della durata prevista di alcuni giorni, senza la radio che è l’unico mezzo di collegamento a sua disposizione.

Quello che è definito “secondo incontro con la Brigata Sambolino” in realtà è avvenuto in modo del tutto casuale. Quel giorno non era previsto nessun incontro. Erano in sosta nella nostra zona, in attesa delle guide che dovevano condurli all’incontro previsto con il Comandante della Divisione “Gin Bevilacqua”, Erman Wigoda. Il caso ha voluto che quella notte ricevessimo un lancio non programmato.
Sia chiaro, che Johnston circolasse con o senza radio è cosa del tutto ininfluente con quanto stava accadendo in quel momento. Resta che ha mentito con noi quando, invitato sul campo di lancio per prendere in consegna il bidone con la fascia rossa riservato alla missione, ebbe a dichiarare che quel rifornimento era stato lui a organizzarlo. Cosa impossibile perché era senza radio. I fatti dimostrano, invece, che era completamente all’oscuro di quanto stava accadendo.

Della sua relazione ho già detto. Suona come un’auto giustificazione per il completo fallimento della sua attività in Provincia di Savona. Tenta di dimostrare che la responsabilità non è sua ma di quel gruppo d’imbelli sprovveduti.
Anche il più sprovveduto di quelli che hanno vissuto la vicenda, come posso essere io, è in grado di indicare tutte le contraddizioni e le inesattezze affermate.
view post Posted: 29/10/2020, 20:02 Le radio del magg. Johnston - LE FORMAZIONI PARTIGIANE
Allora facciamo un poco di storia.
Verissimo, all’epoca con BALLARD eravamo in errore. Nella clandestinità non era cosa di tutti i giorni avere contatti con le missioni alleate che operavano sul territorio. Con noi, i primi contatti risalgono soltanto ai primi giorni del febbraio 1945.
Tutto dipendeva dal fatto che la stragrande maggioranza delle formazioni partigiane che operavano in Provincia di Savona, erano “garibaldine”, motivo, questo, che le rendeva automaticamente non meritevoli di ricevere aiuti dagli alleati.
L’unica missione che sapevamo esistente, era quella operante nella contigua zona del basso Piemonte, diretta dal Maggiore BALLARD, un personaggio dal carattere autorevole, la cui fama si era presto divulgata.
Quando, nel mese di febbraio 1945, giunse in zona la prima missione diretta da IRVING-BELL, per tutti noi era la “missione Ballard”. Anche noti autori di storia locale incorsero nello stesso nostro errore. In realtà Ballard non giunse mai in territorio di Savona.
Con IRVING-BELL vi fu da subito un’ottima intesa, tanto che in brevissimo tempo predisponemmo una zona dove sarebbero avvenuti i lanci aerei, addirittura ci assegnò la parola d’ordine che sarebbe servita per coordinare il primo lancio. Questa era: “LA LEPRE E’ BIANCA”.
Purtroppo l’inglese fu catturato dai militari della S. Marco nel corso di un rastrellamento.
A sostituirlo giunse Johnston
Il suo incarico era di prendere contatti con le formazioni partigiane della Provincia di Savona.
La Brigata Sambolino fu la prima in assoluto che ebbe modo di incontrare. La riunione si risolse con un nulla di fatto. Johnston pretendeva che, in cambio degli aiuti alleati, la nostra Brigata di fatto diventasse una formazione sotto il suo comando, assumendo il compito di sua personale “guardia del corpo”. Nel corso della riunione corsero parole grosse.
Il 7 aprile alcuni elementi della missione, mentre si recavano in una località dove era presente l’energia elettrica necessaria a ricaricare le batterie della radio in dotazione, incrociò un reparto partigiano che li scambio per brigatisti neri. Vi fu un rapido scambio a fuoco e uno della missione rimase ferito. Nel trambusto persero la radio che trasportava. Non seppe dare indicazioni precise e quella radio non fummo in grado di ritrovarla.
Rientrarono a Ponzone, dove erano di sede, lasciando il ferito presso una casa privata.
Quel che avvenne a Ponzone dopo il loro rientro, chiaramente non sono in grado di conoscerlo.
Posso soltanto ipotizzarlo.
Quel che posso affermare con certezza è che il mattino del 14 aprile, successivo all’avvenuto lancio, quando siamo andati ad avvisarli non vi era traccia di alcuna radio.
Non avevano provveduto a segnalare la loro presenza in zona.. Noi sapevamo della loro presenza perché erano stati avvistati dalle nostre postazioni di guardia. Erano in transito verso la sede del Comando della Divisione Gin Bevilacqua, dove avevano appuntamento con il Comandante Wigoda. Anche in quell’incontro, che mi par di ricordare come avvenuto il 16 aprile, non ottenne nulla.
Terminando, anche e qualora la presenza della radio fosse a noi sfuggita, cosa che ritengo improbabile, con noi ha barato al gioco, sostenendo che quel lancio lo avevamo ottenuto grazie alla sua opera, quando i fatti hanno dimostrato che non ne sapeva nulla.

Edited by ghirghi - 29/10/2020, 20:14
view post Posted: 29/10/2020, 00:37 Ilario Tabarri "il duro" e Riccardo Fedel "il fucilato" - LE FORMAZIONI PARTIGIANE
CITAZIONE (kanister @ 28/10/2020, 23:10) 
CITAZIONE (ghirghi @ 28/10/2020, 21:15) 
Non potevano saperne nulla perché in quell’occasione erano sprovvisti della radio rice/trasmittente, perduta nello scontro a fuoco avvenuto una settimana prima e non ne avevano ancora ricevuto il cambio.

Ghirghi stiamo andando fuori tema, però ti ricordo che anche se Johnston aveva perduto parte di un apparecchio radio in quel famoso incontro disponeva ugualmente di apparecchi di riserva, come aveva testimoniato un ex ragazzino che avevo intervistato a Ponzone.
Ne abbiamo parlato già diverse volte, ricordo in particolare durante una piccola conferenza a Carcare in biblioteca.

Si, siamo in OT e me ne scuso. Consentitemi soltanto un breve cenno in aggiunta a quanto detto.
Non aveva perduto "una parte" ma tutto l’apparecchio al completo che, nonostante le minuziose ricerche effettuate, non è stato più ritrovato. Avevamo aiutato noi a cercarlo.
Avevamo ritrovato soltanto una carabina M1 Winchester, chiaramente persa o buttata nella fuga dopo la sparatoria, (caricatore da quindici, completo, non mancava nessun colpo) che speravo tanto di potermela tenere ma ho dovuto restituirla.
Non credo avesse una radio completa di riserva.
Come non credo possibile che in sette giorni la sottocommissione guidata da Johansson sia potuto rientrare a Panzone, mettersi in contatto con la sua missione primaria che si trovava nello spezzino, ricuperare una nuova ricetrasmittente, rientrare a Panzone e al settimo giorno trovarsi nuovamente a Montenotte, in transito perché doveva incontrare Hermann Wygoda, (Enrico) Comandante della Divisione Gin Bevilacqua.
Non dimentichiamo che i trasferimenti erano fatti a piedi e lungo percorsi molto difficili.
E’ sempre stata mia personalissima impressione che fosse, lo dico in ligure, un solenne “contamusse”.
view post Posted: 28/10/2020, 21:15 Ilario Tabarri "il duro" e Riccardo Fedel "il fucilato" - LE FORMAZIONI PARTIGIANE
CITAZIONE (kanister @ 27/10/2020, 19:01) 
CITAZIONE (ghirghi @ 27/10/2020, 18:17) 
... ma non lo erano nemmeno della missione comandata dal Maggiore Jhonson.

Torna Ghirghi con una notizia bomba!
Ora però sono curioso: per chi erano?

PS: Johnston è meglio.

Sì, Johnston.
Per chi erano, noi non lo abbiamo mai saputo e, ne sono certo, non lo ha mai saputo nemmeno il Maggiore Johnston.
Tra noi e quel signore, tu lo sai bene, non correvano buoni rapporti.
Di quel lancio, lui non ne sapeva proprio nulla, tanto è vero che lo abbiamo informato noi, svegliandolo al mattino, nel suo rifugio de “ la roca sciapò”. Ti pare logico che un capo missione decida di non presenziare a un lancio da lui richiesto? Se lo sapeva, perché non ci ha informati? Vuole il caso che quella notte nell'accampamento fossimo presenti soltanto in due.
Non potevano saperne nulla perché in quell’occasione erano sprovvisti della radio rice/trasmittente, perduta nello scontro a fuoco avvenuto una settimana prima e non ne avevano ancora ricevuto il cambio.
Ha cercato, però, di rabbonirci, tentando di farci credere che, nonostante i nostri contrasti, lui era stato tanto magnanimo da farci avere un lancio.
view post Posted: 27/10/2020, 18:17 Ilario Tabarri "il duro" e Riccardo Fedel "il fucilato" - LE FORMAZIONI PARTIGIANE
Riferimento a: “Una precisazione e un racconto sul Comandante Riccardo Fedel”

Non conoscevo questo fatto. Non entro nell’argomento perché, per principio, non esprimo mai pareri su avvenimenti che non conosco.
Un’osservazione soltanto riguardante la dichiarazione che trascrivo:

“4) L’accusa di furto è una mera calunnia: i lanci alleati non contenevano denaro (si vada a vedere negli archivi inglesi, please).”

E’ più che evidente come nei contenitori destinati ai partigiani non vi fosse denaro.
Però, non in tutti i lanci, ma sovente, era paracadutato anche un contenitore contrassegnato da una vistosa fascia rossa. Era “RISERVATO” a quelli della Missione Alleata presente in zona. Soltanto loro erano autorizzati ad aprirlo.
Nel contenitore, con tutto il resto, erano inserite anche le mazzette di banconote italiane che il Capo Missione utilizzava per finanziare, con la totale discrezionalità sua, ogni esigenza che riteneva necessaria.
Con quel denaro provvedeva alle necessità della missione, finanziava le formazioni partigiane sotto il suo controllo e qualsiasi altra evenienza.
Il Maggiore Ballard, ad esempio, ha saldato tutte le spese necessarie alla realizzazione della pista aerea “EXCELSIOR” costruita a Vesime.
Qualche lancio è andato completamente perso, caduto anche in mano nemica. Qualche altro lancio è stato “ricevuto” da formazioni partigiane che non erano le destinatarie.

Nel passato ho raccontato, su questo Forum, di un lancio non destinato alla formazione cui appartenevo, che, trovandomi solo nell’accampamento perché tutti gli altri erano in azione notturna, ho di fatto “rubato” perché erroneamente convinto che gli aeroplani che circuitavano sulla zona fossero in attesa dei segnali per il lancio a noi destinato. In quell’occasione era presente il classico contenitore con la fascia rossa. Al mattino il Comandante della Brigata ha immediatamente ordinato di informare il Maggiore Jhonson che era in zona.
Ero presente all'apertura di quel contenitore e ho visto le mazzette con banconote italiane di grosso taglio.
Per la cronaca: quelle banconote non erano destinate a noi, ma non lo erano nemmeno della missione comandata dal Maggiore Jhonson.
view post Posted: 23/8/2020, 10:25 Enrico Martini detto Mauri - LE FORMAZIONI PARTIGIANE
CITAZIONE (storch156 @ 23/8/2020, 09:10) 
CITAZIONE (ghirghi @ 22/8/2020, 22:41) 
Grazie, caro Ghirghi, ho la foto, però mi chiedevo dove sia il link dove "tutti" l'hanno presa... E questo, non l'ho ancora capito. Io non l'ho presa in rete.
Parlo ovviamente della foto con Mauri ritratto tra ufficiali tedeschi a Belvedere Langhe.

Se t’interessa il collegamento, non posso esserti di aiuto, mi spiace, perché avevo salvato la foto ma non dove l’avevo presa. Sicuramente in rete perché a me non l’ha passata nessuno. E’ passato troppo tempo per ricordare.

A scanso di equivoci, è questa? Parliamo della stessa fotografia o di qualcosa di diverso?

(IMG:https://upload.forumfree.net/i/fc8362808/M...igioniero_2.jpg)

Si, è questa. L'avevo pubblicata anni fa su questo forum, l'ho avuta direttamente dal prof.Gentile, fa parte della sua collezione (altre ritraggono un posto di blocco a Murazzano, sempre quel giorno) e per correttezza, non avendo chiesto l'autorizzazione, l'avevo rimossa. In rete, dalla ricerca per immagini non si trova. Strano.
[/QUOTE]

Siiiiiiiii ….. ora credo di ricordare! Se non mi sbaglio, avevi postato questa fotografia con qualche sovraimpressione ed io ne avevo lamentata l’incoerenza, segnalando che era a mie mani integra. Certe fotografie o non si pubblicano e si tengono riservate ma se si pubblicano siano lasciate intatte. Siamo soltanto degli appassionati cultori della storia partigiana, non siamo editori che ne traggono un utile economico.
Non ho mai avuto l’onore di incontrare l’esimio Prof. Gentile e da Lui non ha mai ricevuto nulla. Se la fotografia è a mie mani, senza sovrastampe, significa che qualcuno l’avrà pur avuta e poi anche postata da qualche parte e poi magari, come hai fatto tu, l’avrà anche in seguito cancellata. Chissà quanti altri l’avranno salvata. Non me la sono mica inventata. Non ci trovo nulla di strano. Non capisco questa tua insistenza nel cercare il collegamento. Forse il Prof. Gentile te ne aveva rilasciata ufficialmente l’esclusiva? D’altra parte non credo che il Prof. avesse l’unica copia in circolazione, di sicuro non l’ha scattata lui e da qualcuno l’avrà pur ricevuta. Chissà quante altre ne esistono. Infatti, non è detto che la copia che ho archiviato io, provenga dalla collezione del Professore. E’ un sacco di tempo che è mie mani e non ne ho mai fatto un mistero. Una cosa è certa, io non l’avevo mai divulgata perché è un’immagine che si presta a diverse interpretazioni.
view post Posted: 22/8/2020, 13:25 Enrico Martini detto Mauri - LE FORMAZIONI PARTIGIANE
CITAZIONE (storch156 @ 7/8/2020, 10:37) 
A proposito di Mauri, avevo letto qui, sul forum, che esisteva sul web la fotografia della sua cattura, ma nessuno mi ha mai indicato il link. Qualcuno sa qualcosa?

Non del momento della sua cattura, che non credo sia mai stata scattata, ma di Mauri a colloquio con ufficiali tedeschi dopo la sua cattura. Quella se vuoi te la mando.
L'avevo copiata in rete.
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